ROBERTO CANALI
Cronaca

Cantù, la mozione fa discutere: "Si scrive tutela, si legge omofobia"

A Cantù la discussione diventa una mozione di segno opposto rispetto alla legge in corso di approvazione.

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di Roberto Canali

Si scrive "tutela della libertà di espressione sui principi della famiglia" e si legge omofobia, ma a Cantù i gruppi politici di Lega e Fratelli d’Italia sono riusciti a trasformarla in una mozione di segno opposto rispetto alla legge in corso di approvazione in questi giorni in Parlamento. "Leggendo il testo della mozione appena approvata in Consiglio Comunale a Cantù c’è da rimanere davvero increduli – spiega Raffaele Erba, consigliere regionale di M5s- I canturini, ma anche i lombardi, non si meritano l’ennesima apologia sul primato retrogrado. Il testo della mozione lascia molto perplessi anche perché contiene molte falsità e distorsioni degne del ministero della paura di Orwelliana memoria. La promozione della cultura del rispetto diventa indottrinamento, la discriminazione si trasforma in manifestazione di libertà di pensiero. Basti pensare che la stessa Forza Italia non se l’è sentita di appoggiare un documento di una bassezza incredibile e si è astenuta dal voto pur facendo parte della maggioranza. Se in precedenza era la libertà di culto sotto assalto, ora nel mirino è finita la libertà di orientamento sessuale. Di questo passo non mi stupirei se a breve venisse depositata dalla stessa maggioranza di centrodestra un’altra mozione per ripensare la parità di genere ritornando indietro di qualche secolo".

Un provvedimento che non è piaciuto neppure a Rifondazione Comunista. "Non esistono famiglie naturali semplicemente perché il concetto di famiglia è un’invenzione culturale umana che cambia a seconda dei luoghi e delle epoche storiche – interviene Pierluigi Tavecchio, segretario provinciale di Prc - Quella che noi chiamiamo naturale ha poco più di 150 anni ed è figlia dell’industrializzazione, molto diversa dalla famiglia patriarcale che era invece legata alla società agricola. Questa famiglia che oggi chiamiamo normale non è l’unica presente oggi e sono milioni le persone cresciute tranquillamente in situazioni "diverse". Quel che conta in un gruppo di persone sono le relazioni affettive. Non basta crescere in una famiglia con un papà e una mamma per essere al sicuro da abusi e violenze e al riparo da abbandoni e questo ce lo dicono le cronache, purtroppo".