Il 16 febbraio 2016 Roberto Salmoiraghi (foto)e Alfio Balsamo, all’epoca consiglieri di minoranza di Campione d’Italia, depositarono un esposto alla Procura di Como, denunciando il mancato versamento delle rate di spettanza a favore del Comune, e segnalando la violazione della convenzione tra i due enti, tale da generare una situazione "drammatica". Fu l’inizio di una catena di eventi sfociati nel dissesto del Comune e nel fallimento del Casinò. Azzerando quasi 600 posti di lavoro: 500 alla casa da gioco, e 86 in municipio. Il 14 gennaio 2017, la Procura di Como aveva presentato istanza di fallimento della casa da gioco, quantificando l’insolvenza in 132 milioni di euro. Erano state chieste proroghe per presentare un piano di risanamento, mai depositato. Così il 27 luglio successivo il Tribunale Civile di Como, aveva notificato la sentenza di fallimento. Nel frattempo i fascicoli di indagini a Como o alla Corte dei Conti si sono moltiplicati, come i tentativi di rallentare un iter giudiziario capace di travolgere un’intera comunità. Amministratori pubblici di ogni estrazione, hanno promesso interventi per il rilancio della casa da gioco, il cui ingresso continua tuttavia a rimanere sbarrato. Pa.Pi.
CronacaCasinò, dissesto e fallimento