"Cercasi famiglia per neonato": il Servizio Affidi e la scelta di Facebook ma il bimbo non c’è mai stato. Cosa è successo e perché

L’Azienda speciale di Cantù e la campagna di sensibilizzazione per trovare candidati “giusti” Indignazione web: "Non è un cucciolo". La difesa: noi rispettosi, travisate le reali intenzioni

Il post comparso (e rimosso) sulla pagina Fb dell’Asci di Fino Mornasco e Mozzate

Il post comparso (e rimosso) sulla pagina Fb dell’Asci di Fino Mornasco e Mozzate

Fino Mornasco (Como), 26 giugno 2024v-  È vero che sui social ormai si trova ogni cosa, ma non capita tutti i giorni tra cuccioli smarriti e abiti vintage di imbattersi in appelli rivolti a famiglie disposte a farsi carico di un neonato da prendere in affido. L’annuncio è stato pubblicato l’altro giorno sulla pagina Facebook dell’Asci, l’Azienda sociale comuni insieme riferimento per le amministrazioni di Fino Mornasco e Mozzate, in provincia di Como. "Abbiamo bisogno del vostro aiuto - si leggeva fino all’altro giorno nel post, poi rimosso -. Cerchiamo una famiglia disponibile a occuparsi di un neonato di due mesi per un affido a tempo pieno della durata di un anno".

Abbastanza per scatenare l’indignazione di Roberto Discalzo, capogruppo di Fino Futura, che ha stigmatizzato l’iniziativa. "Questo è un annuncio vergognoso - spiega - non è un gattino, ma un bimbo. Anziché toglierlo dalla sua famiglia per affidarlo a un’altra sarebbe bene garantire un adeguato sostegno economico ai suoi genitori naturali. Come avevamo promesso il nostro impegno non è finito in campagna elettorale. Vogliamo tutelare le famiglie e le fasce deboli, per questo andremo a fondo sulla questione degli affidi, grazie all’aiuto della nostra collega Sara De Ceglia e della sua associazione ’Bambini Strappati’". Inutile dire che l’indignazione è rapidamente montata, sempre via social, provocando un coro di critiche e prese di posizione “contro”.

“Abbiamo scelto lo strumento dei social per la sua forza comunicativa e perché può spingersi dove non arrivano le nostre campagne istituzionali - la replica di Ilaria Nobile, coordinatrice del Servizio affidi sovradistrettuale presso l’Azienda speciale consortile Galliano di Cantù - Il nostro obiettivo è fare il bene di ogni bambino facendo arrivare la richiesta a una platea più ampia possibile. Vorrei fare chiarezza e ricordare che non sono gli operatori sociali, ma i giudici a decidere sull’istituto dell’affido, e che si tratta di un istituto temporaneo pensato per permettere alle famiglie di risolvere i loro problemi e tornare a farsi carico dei bambini".

Il post è stato pensato per sensibilizzare le famiglie e trovarne di nuove disposte a farsi carico, per un periodo temporaneo, dei minori in difficoltà. "La disponibilità e la buona volontà non bastano, ogni famiglia affidataria viene selezionata con grande cura e dopo essere giudicata idonea deve essere formata. Ad esempio non tutte le famiglie possono ricevere bimbi piccoli o piccolissimi, com’era quello del nostro annuncio, ma solo selezionando e formando le famiglie per tempo è possibile non farsi trovare impreparati in caso di reale bisogno. Purtroppo le nostre intenzioni sono state travisate, ma posso garantire che ogni caso viene trattato con grande rispetto e segue un percorso individuale". L’appello social, insomma, serviva a smuovere le coscienze ma non era riferito a un caso reale. L’indignazione non era prevista.