PAOLA PIOPPI
Cronaca

Como, la tragedia di Christian Albert: morto nell’incendio che ha distrutto il suo riparo di fortuna

L’uomo, un senza tetto 78enne di origine francese, passava la notte al primo piano di un edificio: forse ha acceso un fuoco. L’allarme p partito da un b&b, salvata dai pompieri un’anziana ipovedente

I pompieri intervenuti sull'incendio in piazza Duomo. Il clochard è stato trovato sulle scale

Como – È corsa fuori dalla sua stanza del b&b affacciato su piazza del Duomo, ancora in pigiama, impaurita dalle fiamme che avevano già invaso le scale e il ballatoio del cortile interno. Ha chiamato un agente di polizia locale, gridando "fire… fire". Mentre la giovane turista polacca ieri mattina alle 8.30 lanciava l’allarme per l’incendio scoppiato poco prima in un edificio davanti al Duomo di Como, Christian Albert Gervais, clochard di 78 anni di origine francese, era ormai senza vita. Riverso sulle scale del cortile interno, nel tentativo di uscire da quella trappola di fuoco, fumo e calore. Lo hanno trovato così i vigili del fuoco, caduto o svenuto sugli ultimi gradini nel tentativo vano di mettersi in salvo, in mezzo alle fiamme già alte che avevano raggiunto le travi in legno e alcune pile di cartoni del negozio accanto. Quando sono riusciti a entrare, per l’uomo non si poteva fare più nulla. I soccorsi sono arrivati in pochissimi minuti, allertati dall’agente di polizia locale che si è reso subito contro del pericolo in corso: vigili del fuoco, 118, carabinieri, Squadra Mobile della Questura e polizia locale, tutti concentrati in piazza Duomo. Ma nel frattempo il rogo si era esteso, fumo e calore avevano raggiunto le finestre circostanti, affacciate su quel piccolo spazio interno, che sbuca sotto i portici di piazza Duomo.

Non solo il b&b al secondo piano, che ospitava alcune giovani turiste, ma anche gli uffici sul lato opposto, dove tutte le dotazioni informatiche sono andate distrutte a causa del calore. Intanto i vigili del fuoco avevano raggiunto e soccorso una donna all’interno dell’appartamento al terzo piano, Loredana Artaria, insegnante in pensione, ipovedente: "Quando mi sono alzata come ogni mattina, ho iniziato a sentire puzza di fumo – ha raccontato – come se ci fosse un motore elettrico che stava bruciando. Ma non ci ho fatto caso. Poi ho sentito nel vicolo gente che gridava e agitazione, ma anche a questo non ho prestato attenzione, perché a volte capita. Poi sono arrivati i vigili del fuoco a bussarmi alla porta, gridavano di scendere perché c’era un incendio. Sono corsa fuori così come ero. Sono stati tutti molto gentili, hanno controllato subito se avevo respirato i fumi, poi la pressione". Per il sopralluogo, è arrivato anche il magistrato di turno della Procura di Como, Antonia Pavan, che ora dovrà disporre una serie di accertamenti tecnici necessari a capire come si sia originato quel rogo devastante. 

Gervais da almeno qualche giorno si era rifugiato in quello spazio al primo piano, approfittando del cancello spesso aperto, percorrendo le scale dove pensava di non essere notato e mettendosi al riparo per la notte. Ma già domenica alcuni vicini, sentendo rumori anomali, avevano chiamato la polizia. La pattuglia della Squadra Volante era intervenuta, Gervais aveva bloccato l’accesso ai poliziotti, che lo avevano raggiunto passando dal palazzo accanto, obbligandolo a lasciare quello spazio occupato abusivamente. Solo per poche ore, perché l’uomo è ritornato nel suo rifugio.

"Stanotte alle 2 ho sentito un rumore - dice un’altra turista alloggiata nel b&b, una ragazza turca – mi sono affacciata e ho visto che c’era una persona". La prima ipotesi è che possa aver acceso un fuoco per scaldarsi, o una candela per farsi luce, senza rendersi conto della pericolosità, o dei tizzoni andati fuori controllo mentre dormiva. Una squadra specializzata dei vigili del fuoco oggi farà i rilievi per repertare le sostanze ancora presenti nello spazio in cui dormiva la vittima, mentre l’autopsia cercherà di ricostruire i suoi ultimi minuti di vita.