PAOLA PIOPPI
Cronaca

Comasco morto in Moldavia, la compagna sotto accusa: “L’ho solo scosso per svegliarlo”

La donna deve rispondere di omicidio per negligenza, il processo rinviato per consentire ai parenti del sessantaduenne di Cerano Intelvi deceduto di costituirsi parte civile

La morte di Franco Bernardo risale allo scorso giugno

Davanti al giudice in Moldavia, è comparsa con l’accusa di "omicidio per negligenza", l’equivalente di un omicidio colposo per il diritto italiano. A processo per la morte del compagno, il comasco Franco Bernardo, il comasco di 62 anni ucciso a Soroca, cittadina 150 chilometri a nord della capitale Chişinau, nella notte tra il 31 maggio e il 1 °giugno, è finita Svetlana Botas, 56 anni, unica imputata per la morte dell’uomo, nonostante quella notte, in casa con lei, ci fosse anche suo figlio.

L’udienza è stata rinviata per consentire ai familiari della vittima di costituirsi parte civile nel processo, ma nel frattempo pare sia stata accolta dalla Procura moldava, come credibile, la ricostruzione fornita dalla donna.

Aveva infatti dichiarato che Bernardo si era sentito male in casa dopo aver consumato alcol, che lei aveva tentato di soccorrerlo e lo aveva scosso, forse con troppa irruenza, mettendogli le mani attorno al collo, ma solo con l’intenzione di farlo rinvenire. All’arrivo in Pronto soccorso, i medici moldavi avevano stabilito che il decesso era avvenuto per anossia, in pratica soffocamento, riscontrando anche una lesione al collo.

Versione confermata dall’autopsia svolta in Italia qualche giorno più tardi, dal medico legale Giovanni Scola, che aveva qualificato quella lesione come strangolamento con mani. Quanto alla presenza di alcol che l’uomo avrebbe consumato quella sera al punto da stare male, era stata riscontrata una presenza minima.

Dalle imputazioni è stato completamente escluso il figlio della donna, unico presente in casa quella sera assieme alla coppia. Bernardo, separato, ex manutentore negli alberghi, aveva conosciuto la nuova compagna nell’ambiente lavorativo, e di recente erano andati a vivere nella casa che avevano acquistato a Cerano Intelvi, che risulta intestata a lei.

A fine maggio l’uomo l’aveva raggiunta a Soroca, per l’acquisto di un’auto, aveva detto ai suoi familiari. Cosa sia accaduto dopo il suo arrivo, e soprattutto quella notte, è ancora da capire, soprattutto a fronte dei tanti dubbi sollevati dall’autopsia. La famiglia della vittima fin da subito si è messa in contatto con il Consolato, consentendo di aprire un fascicolo di indagine anche in Italia, affidato a una sezione speciale dei Ros di Roma che si occupa di crimini commessi all’estero che coinvolgono italiani.