"La casa, insieme al lavoro, è una priorità, una condizione necessaria per lo svolgimento di un’esistenza libera e dignitosa". Una premessa irrinunciabile, che ha spinto il "progetto casa" di Como Accoglie, partito lunedì 3 gennaio con i primi ospiti. Un appartamento in via Bellinzona, acquistato con mutuo decennale dall’associazione, che ha accolto un ragazzo del Bangladesh di 23 anni, un coetaneo keniota e un ragazzo del Gambia di 22 anni, mentre il quarto arriverà a breve. "Sono ragazzi che hanno iniziato un percorso di autonomia – spiegano gli operatori dell’associazione - ma non hanno ancora risorse sufficienti per una completa indipendenza". Lo scopo del progetto, oltre a offrire loro un temporaneo alloggio, è la costruzione di percorsi individuali finalizzati a renderli più consapevoli e responsabili, stimolando anche il valore della condivisione e il rispetto necessario per coabitare serenamente. "Siamo supportati in questo percorso da un educatore professionale – proseguono i volontari - che ci aiuterà a gestire e coordinare le accoglienze e supervisionare il progetto". Una iniziativa che loro stessi definiscono "modesta" rispetto alle esigenze del territorio, ma importante per un piccola associazione come appunto Como Accoglie, "che vuole inoltre portare un segnale positivo ed evidenziare come anche le piccole buone pratiche siano possibili, concretizzabili e che, sommate ad altre azioni simili, possano comunque dare un contributo al cambiamento e forse fare la differenza.
Riteniamo che spesso i ragazzi migranti abbiano bisogno di costruire delle coordinate socioculturali per una reale e consapevole indipendenza, che non sempre il solo percorso nelle comunità di accoglienza riesce a fornire. Giovani provenienti da culture così diverse, spesso hanno bisogno di una fase intermedia che li accompagni verso l’autonomia". Pa.Pi.