Como, frode fiscale con imprese inesistenti: confiscati 7,7 milioni di euro

Dopo il sequestro di soldi e beni a giugno, la condanna definitiva per 11 persone ha permesso oggi alla Guardia di Finanza, che ha smantellato un’organizzazione operante in 5 regioni con società cartiere, di incamerare definitivamente i proventi dell’attività illecita

La confisca è stata disposta dal tribunale di Como

La confisca è stata disposta dal tribunale di Como

Como, 7 agosto 2023 – La Guardia di Finanza di Como, coordinata dalla Procura, ha confiscato soldi e beni per 7,7 milioni di euro a un sodalizio criminoso dedito a molteplici reati tributari nel settore della fornitura di manodopera, delle pulizie, del facchinaggio, dei trasporti e della logistica, al servizio della grande distribuzione organizzata.

Confisca di 7,7 milioni di euro

Lo scorso 21 giugno erano state effettuate perquisizioni locali e personali nei confronti di 21 persone fisiche e 19 giuridiche in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Calabria con 14 misure cautelari personali (di cui 9 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per complessivi 7,7 milioni di euro.

Sentenza definitiva 

La sentenza, divenuta irrevocabile, ha confermato la responsabilità penale di 11 persone fisiche. Le attività di polizia giudiziaria hanno permesso di disarticolare un complesso sistema di frode fiscale perpetrato in forma associativa, ininterrottamente, tra la fine del 2015 ed il 2022, mediante la costituzione di 17 società cooperative, un consorzio e una s.r.l. (da ritenersi società capogruppo). Attraverso l'utilizzo fittizio dello schema societario cooperativistico, i responsabili hanno commesso reati come emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Società cartiere

Il sistema di frode è stato ricostruito dai militari del Gruppo di Como, che hanno individuato più società cooperative di lavoro a struttura precaria: società cartiere che hanno avuto il compito di assumere la forza-lavoro, di fatto gestita da altre due società "capogruppo", apparentemente in regola dal punto di vista fiscale. Tali società "cartiere" hanno avuto il compito di emettere, nei confronti delle capogruppo, fatture false (con le quali venivano falsamente addebitati costi del personale), consentendo loro di abbattere l'ingente debito IVA scaturito dalla fatturazione delle prestazioni al cliente finale/committente, nonché un risparmio dei contributi previdenziali e assistenziali. 

I casi più recenti di un sistema diffuso:

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