Como, 18 agosto 2024 – Visto il protagonista verrebbe da dire che è uno scherzo da prete quello orchestrato da don Giusto Della Valle che ha fatto arrivare 240 quintali di noci di cocco dalla Costa d’Avorio per rispondere, a modo suo, all’invito del sindaco di Como di servire le colazioni ai clochard in parrocchia e non in strada. Una disfida degna di don Camillo e Peppone iniziata un paio di settimane fa a opera del primo cittadino, Alessandro Rapinese, che ha polemizzato contro i volontari che servono le colazioni per strada ai senza fissa dimora, responsabili a suo dire di creare assembramenti e portare disagio ai residenti. Non contento il sindaco se l’era presa anche con don Giusto, che ha raccolto il testimone di don Roberto Malgesini, il prete-martire colpito a morte quattro anni fa, il 15 settembre del 2020, da un senza fissa dimora mentre stava caricando nell’auto i termos con il caffè e il tè da portare a chi dorme per strada. “Le parrocchie che hanno avuto forme di assistenza che vanno oltre quello che è sostenibile per il quartiere hanno visto i loro credenti dimezzarsi – aveva dichiarato nel corso di un’intervista in radio –. A messa ci va la metà delle persone, scelgono altre parrocchie”.
Due quartieri di frontiera
E così il parroco di Rebbio e Camerlata, i due quartieri storici di Como dove gli stranieri abbondano ma sono migranti in cerca di aiuto, dopo qualche giorno ha deciso di rispondere per le rime. “Ho letto con interesse la proposta del sindaco della nostra città di far turnare le parrocchie nella distribuzione delle colazioni alle persone in difficoltà della nostra Como – spiega –. Ho pensato che a causa del calore estivo ci volessero colazioni un po’ tropicali e allora con l’ausilio di amici ho fatto arrivare dalla Costa d’Avorio 240 quintali di noce di cocco. Mi sono detto basta con le solite colazioni, ci vogliono coccolazioni”.
All’oratorio di Rebbio, quindi, da oggi e per i prossimi dieci giorni saranno servite colazioni a base di cocco: latte, farina, dessert. “Qualcuno mi ha chiesto come si faccia ad aprire il cocco dalla scorza così dura – prosegue il parroco – no problem poiché il nostro santo patrono Martino ha sempre la spada in mano pronta per tagliare il mantello da condividere col povero. Gli chiederemo di tagliare anche le noci di cocco. Chissà poi che con le “coccolazioni” non si riesca a recuperare qualche parrocchiano di Rebbio che al dire di illustri ecclesiologi nonché sociologi se ne è andato in altre chiese. Cocco e coccole, che bella ricetta di recupero delle pecore smarrite”. Don Giusto ha pronta la soluzione anche per il cocco che dovesse rimanere inutilizzato: non verrà sprecato, ma consegnato al sindaco direttamente in municipio. “E se passati i dieci giorni avessimo delle rimanenze di cocco siamo disponibili a regalarle al Comune di Como, primo responsabile della salute dei suoi cittadini perché continui con le “coccolazioni” magari riattivando solo per l’occorrenza il centro di Via Sacco e Vanzetti a Prestino oppure l’ex Puzzle di Tavernola”. Il ricavato della vendita verrà destinato alle attività di accoglienza della parrocchia che è in prima linea anche nell’aiuto ai minori non accompagnati, i migranti non ancora maggiorenni che arrivano a Como da tutta Italia per cercare di passare il confine con la Svizzera e raggiungere i familiari in Nord Europa. L’invito è rivolto non solo ai comaschi, ma anche ai turisti stranieri.