PAOLA PIOPPI
Cronaca

Como, le paratie sul lungolago e la versione del sindaco Rapinese: "Vedremo se funzionano. Le folle di turisti? Una fortuna"

Intervista al primo cittadino. “Il cambiamento climatico mette a dura prova la città, ora dobbiamo adeguare gli strumenti". "Chi punta il dito sui visitatori scherza col fuoco, hanno portato lavoro e benessere a tutti"

Il sindaco di Como Alessandro Rapinese e i detriti nel lago dopo un'ondata di maltempo

Como, 14 luglio 2024 –  I turisti, grande e irrinunciabile patrimonio della città di Como, la necessità di rinnovarsi e farsi trovare pronti per contenere i prossimi problemi che saranno causati dal maltempo, e il desiderio che i cittadini possano abituarsi più in fretta possibile all’idea di vivere lo spazio urbano abbandonando le auto e utilizzando mezzi pubblici e alternativi. Il sindaco di Como Alessandro Rapinese rivolge uno sguardo alla città di questi ultimi giorni e la racconta attraverso tre grandi temi.

Partiamo dalle conseguenze del maltempo: quanto hanno reso fragile Como?

"Questi ultimi non sono stati i giorni peggiori, ma siamo comunque pronti. C’è una buona collaborazione con la Protezione civile, e siamo consapevoli che il cambiamento climatico porterà all’aumento di intensità delle precipitazioni: i sistemi che abbiamo ora erano stati calibrati in base a diverse situazioni. Ora servono mezzi adeguati, non bastano certo tre o quattro battelli spazzini per arginare lo scarico di detriti a cui abbiamo assistito in questi giorni. Servirà un tempismo diverso, e non è detto che essere organizzati negli interventi possa bastare: può essere che si debba ragionare anche su altri aspetti. Sulle paratie non mi esprimo: non sono un tecnico e non sono ancora finite".

Ultimamente si parla sempre più spesso di overtourism come di un problema: vale anche per Como?

"Recentemente ero in Portogallo per Città creativa Unesco, assieme ad altri 300 sindaci di tutto il mondo. Al mio tavolo eravamo in 20: tutti gli altri 19 avevano nel telefono foto recenti scattate a Como. Mi parlavano di cosa avevano visto, dove avevano mangiato. Siamo al centro di un interesse mondiale. Ogni volta che vedo la città piena, che sento parlare tante lingue straniere, sono felice. È una città che piace, e questo garantisce sempre più lavoro. Se tutto questo dovesse cessare, le conseguenze sarebbero pesanti. Chi punta il dito contro tutto questo sta scherzando con il fuoco. Certamente ci sono conseguenze non sempre agevoli per i comaschi, che non possono più fruire come prima di funicolare, battelli e altri servizi. Ma basterebbe riservare quote ai residenti: trovare una soluzione è possibile".

Altro problema crescente: gli affitti brevi che escludono i residenti.

"Io non ho voce in capitolo, c’è una legge nazionale e ognuno può fare quello che vuole con le sue proprietà. Ma la difficoltà di trovare immobili per i comaschi esiste da sempre: si spostano perché stare in città è caro, perché manca il posto auto sotto casa. Anche per questo sono intervenuto sulla rotazione negli autosili comunali. Ma ribadisco: il turismo rimane una risorsa fondamentale, godiamone fin che c’è. Le case vacanza danno lavoro a centinaia di famiglie. Dobbiamo cercare di essere sempre più competitivi, garantire l’offerta, attrezzarci per essere il punto di riferimento di un pubblico sempre più elitario. Como è una città aperta, che accoglie e che ha saputo intercettare e valorizzare questa forma di economia".

Se avesse il potere di cambiare qualcosa radicalmente e subito, cosa farebbe?

"La magia l’hanno già fatta romani, razionalisti e tutti gli artisti di ogni epoca che ci hanno regalato questa città. Se potessi intervenire su qualcosa, cambierei le abitudini di chi viene e a Como e chi si muove a Como, educandoli a usare il treno, e migliorandone la qualità, perché abbiamo due linee e stazioni strategiche. Li convincerei a non usare l’auto a favore di mezzi alternativi e pubblici, facendo diventare tutto questo una realtà, un’abitudine radicata".