Como – La presunta offesa razzista da una parte, un cazzotto per tutta risposta dall'altra. E poi rissa, accuse, polemiche, denunce. Lo chiamano calcio d'estate ma quel che è accaduto durante l'amichevole (si fa per dire) Como-Wolverhampton non è stato solo un evento sportivo ma è sconfinato nella cronaca. Con il club inglese che in queste ore ha deciso addirittura di presentare un esposto formale alla Uefa in merito all'accaduto. Insomma, l'ambiziosissimo Como "spagnolo" protagonista del mercato è nella bufera e si è conquistato le prime pagine della stampa internazionale per ragioni non proprio calcistiche.
Parapiglia in campo
Passo indietro. Al sole di Marbella, dove la formazione lariana da alcuni giorni sta effettuando la seconda parte della preparazione pre-campionato, ieri il gruppo allenato da Cesc Fàbregas era impegnato nel primo test stagionale contro una delle più importanti (e storiche) squadre della Premier League. Partita a porte chiuse, terminata col punteggio di 1-0 per gli inglesi (rete di Doherty). E fin qui nulla di strano. Quel che è assurdo, e che ha scatenato il putiferio in campo e le reazioni addirittura della grande stampa internazionale, è quanto accaduto nel corso del secondo tempo: al minuto 25', infatti, il portoghese Daniel Podence (che due mesi fa aveva vinto la Conference League contro l'Olympiacos) è stato espulso dopo una rissa che ha coinvolto numerosi calciatori. Il motivo? Un pugno rifilato a un giocatore del Como come reazione a seguito di una presunta frase razzista pronunciata nei confronti del coreano Hwang dallo stesso difensore dei lariani.
L’allenatore O’Neill
Va detto che non è la prima volta che il calciatore asiatico subisce epiteti discriminatori: era già accaduto esattamente due anni fa durante un'amichevole pre-campionato con il Farense. A raccontare tutto al termine del match è stato l'allenatore, del Wolverhampton, O'Neill: "Channy ha sentito un commento razzista ed è davvero brutto. Ne ho parlato subito con lui, ho chiesto se voleva far uscire la squadra dal campo o se voleva uscire lui stesso, ma lui era desideroso che la squadra continuasse e facesse il lavoro di cui aveva bisogno. È davvero deludente che sia successo, che dobbiamo parlarne e che abbia avuto un impatto sul gioco: non è l'ideale e cose del genere non dovrebbero accadere. Lui è davvero deluso, ovviamente, e comprensibilmente. Sono orgoglioso del fatto che abbia voluto continuare e mettere la sua squadra al primo posto in un momento difficile per lui. Channy sta bene e avrà tutto il nostro supporto".
La stampa inglese
Reazioni all'episodio in Inghilterra e non solo: accuse di razzismo arrivano non solo dalla stampa inglese (Bbc e The Guardian in primis), visto che della vicenda ne ha parlato pure il New York Times. Dopo "l'incidente", i Wolves hanno affermato che "il razzismo o la discriminazione in qualsiasi forma sono del tutto inaccettabili e non dovrebbero mai essere lasciati incontrastati" e "presenteranno un reclamo formale alla Uefa in merito all'accaduto".
La risposta del Como
Nella giornata di oggi, martedì 16 luglio, è arrivata la risposta del Como. “Il nostro club non tollera il razzismo e ne condanna ogni forma nel modo più assoluto – spiega Mirwan Suwarso – rappresentante ufficiale della proprietà – . Abbiamo parlato con il difensore in questione per capire cosa è stato detto. Egli ci ha riferito che il commento che ha fatto, rivolgendosi a un suo compagno di difesa, è stato: ‘Ignoralo, pensa di essere Jackie Chan’. Avendo parlato a lungo con il nostro giocatore, siamo certi che si riferisse al suo nome e ai continui riferimenti a “Channy” fatti dai suoi compagni di squadra in campo. Per quanto riguarda il nostro club, il nostro giocatore non ha detto nulla di intenzionalmente denigratorio. Siamo delusi dal fatto che la reazione di alcuni giocatori del Wolves abbia visto l’incidente gonfiarsi a dismisura.”