Como, 20 maggio 2020 - Ore di interrogatoi in carcere, lunghi elenchi di nomi e cognomi, società, somme versate e passate di mano. Alcune agende che custodivano la contabilità di anni di corruzione instaurata tra una sempre più nutrita rosa di commercialisti e l’Agenzia delle Entrate di Como. Dove alcuni funzionari si sono avvicendati, ma non hanno smesso di essere più accondiscendenti con il privato che con l’Erario, di agevolare i clienti degli studi di commercialisti con i quali avevano instaurato rapporti ormai radicati.
Una fotografia ricostruita dalla Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como, che per mesi ha lavorato coordinata dal procuratore Nicola Piacente e dal sostituto Pasquale Addesso, sfociata ieri nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Maria Luisa Lo Gatto, che ha portato due persone in carcere e 12 agli arresti domiciliari, ma che complessivamente include 24 indagati. È la prosecuzione dell’operazione di fine giugno 2019, sfociata con gli arresti dei due commercialisti, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Como, e un funzionario. In carcere ora sono finiti un altro funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Como, e una commercialista, residente in Svizzera.
I reati contestati a vario titolo, tra il 2012 e 2019, che avrebbero consentito di sottrarre al fisco quasi 2 milioni e 200mila euro, sono di corruzione per 13 indagati, di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 280mila euro, e di abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento a carico di un indagato. Gli arrestati sono ritenuti responsabili di 16 episodi. Per altri 6 episodi corruttivi il giudice non ha ritenuto di emettere misura cautelare. Sono 37 i contribuenti che hanno beneficiato degli accordi di corruzione.