Como, 26 novembre 2024 – "Non mi stacco da lei, sono annientato ma devo avere l’energia che aveva Deby per Megan. Mi aiutano i miei genitori e la mamma di Deborah". Massimo Chinaglia ha perso la sua “Deby” ma deve continuare ad andare avanti sulla strada che lei stessa gli ha indicato.
Perché Deborah Vanini ha deciso di sacrificare la sua vita per la piccola Megan, frutto del loro amore. Massimo Chinaglia intervistato da La Stampa e Corriere della Sera lo racconta il giorno dopo il funerale della donna di Como morta a 38 anni rinunciando di curarsi per un tumore pur di salvare la figlia che aveva in grembo.
"La Deby ha messo sempre gli altri al primo posto. Ha pensato sempre prima agli altri che a se stessa. Lo ha fatto anche per nostra figlia. Ha scelto di proteggere lei piuttosto che curarsi. Abbiamo passato notti a piangere. Aveva paura. Ma non ha mai avuto un dubbio sulla sua scelta. Io ho avuto dubbi, lei mai”.
Massimo e Deborah si erano conosciuti in discoteca, tanti anni fa. “Dopo quella volta ci eravamo persi di vista – racconta – fino a quando non ci siamo ritrovati casualmente a un autolavaggio a Carate Brianza. Era il 15 aprile 2014. Come potrei dimenticare la data. Tornava dal veterinario con il suo cane. È stato un colpo di fulmine. Da quel giorno non ci siamo mai più lasciati. Ed ero certo che saremmo invecchiati insieme”.
Da quel giorno un cammino condiviso e la voglia di mettersi su famiglia. “Avevamo preso la nuova casa, più grande, pensando al nostro progetto di vita. E quando finalmente sembrava che tutto andasse per il verso giusto ecco la batosta. Deby non se lo meritava”.
Nel giorno in cui Deborah scopre di essere incinta gli esami dicono anche che ha un tumore. Le terapie per combattere il tumore, dicono i medici, non sono compatibili con la gravidanza. Non c’è scelta ma Deborah non ha dubbi.
"Io ho fatto quello che ha voluto Deborah. Lei non ha esitato un solo istante. Io non so cosa senta una donna quando aspetta un figlio, ma lei non ha avuto dubbi. Mi ha detto: facciamo nascere la nostra bambina, poi penserò a me.
Mesi drammatici perché non avevamo neppure la certezza che riuscisse a portare a termine la gravidanza. Ricordo la visita al Buzzi il 13 agosto, quando ha fatto anche una risonanza e abbiamo capito che la bambina stava bene, è stata un’emozione indescrivibile”.
Megan nasce il 18 settembre ma il destino di Debora è segnato. E lei, loro lo sanno. "Quanto abbiamo pianto. Deborah aveva paura, ma si preoccupava sempre degli altri. Io non sapevo cosa dire, ma le sono stato accanto ogni istante e ho fatto sempre quello che voleva lei. Ora ho solo un vuoto enorme. Ho perso tutto e non nascondo di avere ancora tanti dubbi. Mia figlia crescerà senza la sua mamma, senza la persona più importante della vita. Non dovrebbe capitare a nessuno. Tante volte ho ripetuto che mi sarei dovuto ammalare io, che per la mia bambina sarebbe stato meglio avere la sua mamma. L’ho detto anche al sacerdote al funerale, Deborah era un angelo buono”.
Massimo però non è rimasto solo. “Mi aiutano i miei genitori e la mamma di Deborah. I nonni sono sempre eccezionali, ma io continuo a dire che loro dovranno esserlo ancora di più. Dovranno coccolarla e sommergerla di amore. Lei dovrà avere tutto. Le racconterò della sua meravigliosa mamma, ma non dovrà sentirsi in colpa. Non dovrà pensare che lei è morta a causa sua. Saprà che si è ammalata e ci ha lasciati troppo presto e saprà sempre essere lì al suo fianco”.
Come un angelo, un angelo buono e coraggioso come solo una madre sa essere.