Como, 13 marzo 2024 – Sentenza di primo grado confermata, anche nel computo degli anni di condanna, 2 anni e 6 mesi di carcere. Accade nel processo d'appello ad Azouz Marzouk, vedovo di Raffaella Castagna e papà del piccolo Youssef, due delle vittime della strage di Erba dell'11 dicembre 2006. L’accusa era diffamazione aggravata nei confronti degli ex cognati, i fratelli Beppe e Pietro Castagna, sulla base di un articolo uscito nel 2019 su una testata online.
In quel pezzo, firmato da un giornalista che si era subito dichiarato disponibile a valutare un risarcimento che avrebbe portato alla remissione della querela da parte dei due fratelli (scelta che portò alla sua uscita dal processo), Azouz sosteneva che la strage avesse un fine economico.
“Indagate sulla famiglia – aveva dichiarato Marzouk – mio figlio Youssef conosceva l’assassino… Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie”.
La sentenza di primo grado
Il giudice di primo grado, Veronica Dal Pozzo, un anno fa, nel raddoppiare la richiesta di pena del pubblico ministero, aveva ritenuto chiarissimo in quelle dichiarazioni il riferimento ai due ex cognati.
Due aspetti, in particolare, avevano concorso a reputare di una “gravità estrema” la condotta diffamatoria: “Non solo che l’accusa provenisse da loro stesso cognato, ma anche e soprattutto che si sia inserita nel fluire di una corrente innocentista e revisionista del processo, risolvendosi in una vera e propria campagna di disinformazione, fatta di sibilline allusioni ed eclatanti denigrazioni, brutalmente lesiva della reputazione dei fratelli Castagna”.
Ai due fratelli, che avevano depositato denuncia e si erano costituiti parte civile, era stata anche assegnata una provvisionale di 70mila euro.