Como, 20 settembre 2020 - Qualcuno di loro ha dormito anche la notte scorsa per strada, qualcun altro più fortunato ha trovato posto in dormitorio, tutti si sono alzati all’alba per prepararsi, indossare il vestito migliore e dirigersi in silenzio verso il Duomo, con il pass consegnato loro dalla Curia appeso al collo. È stata una giornata speciale ieri per i ragazzi di don Roberto Malgesini, dopo una settimana passata a piangere lacrime di rabbia e dolore ieri hanno pianto di commozione di fronte alla grande foto di quel prete a suo agio in jeans e maglietta vestito di bianco, con le braccia aperte nell’atto di una benedizione così simile a un abbraccio e il sorriso stampato sul volto.
"Tutti noi abbiamo sentito il desiderio profondo di riunirci in questa cattedrale per esprimere i sentimenti del cuore, il dolore e la consolazione, nei momenti lieti e tristi e celebrare le stagioni della vita – ha spiegato nell’omelia il vescovo di Como, Oscar Cantoni –. Con le lacrime agli occhi affidiamo al Padre il fratello Roberto e festeggiamo la vittoria della vita sulla morte. C’è una rappresentanza nutrita dei poveri che don Roberto ha seguito con amore e sollecitudine, gli abbiamo dato uno spazio privilegiato perché sono nel cuore di Dio. Saluto i volontari e i giovani che si sono appassionati seguendo don Roberto mentre al mattino andava incontro ai senza dimora e intendono proseguire il loro servizio gratuito. Condiviamo il dolore per la morte di don Roberto, il suo sacrificio di amore spalanca a tutta la chiesa una straordinaria fecondità, che tutti noi dobbiamo sviluppare con straordinario coraggio evangelico perché il suo sacrificio non sia vano. La morte è sconfitta, straordinaria fioritura per il mondo intero, se noi lo vogliamo. I cieli nuovi e la terra nuova vincono la debolezza dell’amore che sembra soffocato e invece irrompe con una vitalità sempre nuova, perché da spazio a tutti. È la conseguenza del chicco di grano che muore e produce molto frutto". Un vero e proprio martirio quello di don Roberto, secondo monsignor Cantoni.
Toccanti le parole del cardinale Konrad Krajewski alla fine della cerimonia. "Don Roberto è morto quindi vive, l’amore non muore mai neppure con la morte. La pagina che non si può strappare mai dal Vangelo è quella che ricorda che non c’è più amore più grande che dare la vita per i suoi amici, i poveri erano i suoi amici. Non si può essere cristiani fino in fondo se non si fa questo, lui ha incorporato nella sua vita la parola di Gesù. Sono sicuro che a Como verranno tanti sacerdoti e laici che vorranno riprendere la strada di don Roberto. Se non si presenterà nessuno verrò io da voi".