Giallo sulle donazioni della nonnina: i familiari dell’ex carabiniere Pisani accusate di riciclaggio

Como, nei guai la moglie e le due figlie dell’ex comandante della stazione di Albate. Secondo l’accusa hanno beneficiato di regali e bonifici per un valore di quasi 90mila euro

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Si è aperto a Como il processo contro la moglie e le figlie dell’ex comandante Pisani

Dopo la condanna dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Como Albate, Domenico Pisani, ritenuto responsabile di circonvenzione di incapace nei confronti di un’anziana donna, ora anche la moglie e le due figlie sono finite a processo, davanti al Tribunale Collegiale di Como. L’accusa per le tre donne - Maria Petragnani, 60 anni e le figlie Sabrina e Serena Pisani, 33 e 36 anni - è di riciclaggio in concorso, con l’ipotesi che abbiano ricevuto una parte dei proventi della circonvenzione, mascherandone la provenienza.

Le prime due erano già state prosciolte dall’accusa di circonvenzione in concorso con Domenico Pisani, nella prima fase di indagine, partita da una denuncia della stessa vittima che nel frattempo è deceduta. Una donna sofferente di un forte disturbo psichico dell’umore, che aveva deciso di segnalare le donazioni concesse a Pisani tra il 2012, quando aveva 72 anni, e 2016. Da quell’esposto, erano scaturiti gli accertamenti che avevano portato la Procura di Como e gli stessi carabinieri del comando provinciale, a ricostruire i movimenti bancari, i pagamenti e i regali di cui avrebbe beneficiato l’ex comandante di stazione. Le accuse elencavano una serie di donazioni di denaro proveniente dal conto corrente della donna per un ammontare di quasi 90mila euro, che sono ora oggetto delle imputazioni di riciclaggio, oltre a donazioni di orologi, auto, pranzi e cene in ristoranti di lusso e soggiorni termali.

Il denaro, come emergerebbe dalla ricostruzione dei flussi bancari, sarebbe confluito su conti intestati alle tre imputate. Nel processo di primo grado, il Gup di Como aveva condannato Pisani e prosciolto moglie e figlia dall’accusa di circonvenzione, trasmettendo gli atti per valutare un’ipotesi di riciclaggio del denaro, a cui si è allineata anche la Corte d’Appello, che aveva confermato la colpevolezza di Pisani, ridimensionando però i 4 anni di condanna del primo grado, per la prescrizione di alcuni episodi. Ora le tre donne hanno deciso di andare a dibattimento: il processo, nel quale sono difese dall’avvocato Walter Gatti, si è aperto ieri, sentendo i primi testimoni.