Sono ancora troppe le disuguaglianze tra uomini e donne sul posto di lavoro. La Fim Cisl dei Laghi ha provato a quantificarle attraverso una ricerca, compiuta nel biennio 2022-23 confrontando i dati di una serie di aziende con oltre 50 dipendenti delle province di Como e Varese. "L’obiettivo era quello di far emergere le criticità del mondo del lavoro per proporre soluzioni concrete e promuovere l’uguaglianza e il miglioramento delle condizioni lavorative, - spiega il segretario generale della Fim Cisl dei Laghi, Gennaro Aloisio - Quello che emerge è che la disparità di genere è un problema ancora attuale". Dai dati infatti emerge che le donne continuano a essere penalizzate, soprattutto in termini di retribuzioni e avanzamento professionale. Lo studio ha preso in considerazione 46 aziende (15 in provincia di Como e 31 in quella di Varese) per un totale di 9.717 dipendenti, tra queste le donne rappresentano meno di un terzo (2.695 in tutto, 699 e 1996 a Varese). Il primo dato che balza all’occhio è che alla fine del biennio a fronte di un saldo occupazionale di 144 lavoratori in più, pari a +1,48%, le donne sono invece diminuite -36 (-31 a Como e -5 a Varese), con un calo dell’1,34%. In provincia di Como i settori che hanno subito la perdita maggiore di lavoro femminile sono stati l’Elettronica (-5,88%), la produzione di elettrodomestici (-6,06%), il settore Auto e componentistica (-8,40%). A Varese il calo maggiore di manodopera femminile si è riscontrato nei settori Auto e Manifatturiero. Guardando alla composizione del personale a fronte di 260 dirigenti solo 35 sono donne (13 a Como e 22 a Varese), prendendo in considerazione i quadri su 572 posizioni solo 99 sono ricoperte da donne (24 a Como e 75 a Varese), non va meglio tra gli impiegati su un totale di 3.926 le donne sono solo 1.290 (345 a Como e 945 a Varese), mentre su un totale di 4.851 operai le dipendenti sono 1.269 (317 a Como e 952 a Varese). La percentuale si ribalta se si prendono in considerazione i tipi di contratti, ad esempio il part time è decisamente femminile: su 492 dipendenti che ne usufruiscono nelle due province ben 428 sono donne, il 15,88% del totale delle occupate. Le disparità più evidenti tra uomo e donna però sono sulle contribuzioni, con differenze sulla contribuzione lorda che sono del -10,06% in busta paga a parità di mansione salgono addirittura a -28,4% in caso di contratto di secondo livello, così dove un dipendente uomo guadagna 56.012 euro lordi l’anno la collega donna ne riceve 35.687. "Le differenze salariali, infatti, risultano più accentuate nelle aziende dove non è presente il sindacato", sottolinea Lorena Silvani, coordinatrice Donne Fim Cisl dei Laghi.