Erba (Como) – Dopo oltre duemila anni è tornato visibile il volto della mummia del Museo di Erba, al centro di un’indagine del Mummy Project, il centro studi che applica ai reperti dell’Antico Egitto le tecniche di indagine più moderne. È proprio grazie all’impiego del laser e di potenti computer che i tre reperti custoditi da oltre un secolo al Museo Civico di Erba hanno potuto raccontare la loro storia.
Si tratta di una testa, una mano e un piede mummificati e appartenenti a tre persone diverse, molto probabilmente alti dignitari che erano al servizio della XXX dinastia di faraoni che dominarono l’Egitto dal 390 a.C. al 208 a.C., tra l’arrivo di Alessandro Magno nel 332 e la prima fase del Periodo Tolemaico. Il volto della mummia è il piatto forte della mostra ’Incontri. L’Egitto da esplorare’ in corso alla biblioteca G. Pontiggia di Erba, in via Joriati 6. Oltre alla ricostruzione del volto della mummia egizia si sono esposte delle copie 3D tattili dei tre frammenti di mummia.
"Il traguardo di oggi ha radici lontane – spiega la direttrice del museo Clelia Orsenigo - infatti negli ultimi tre anni, grazie a bandi e sponsorizzazioni, ho collaborato con il Mummy Project per lo sviluppo di numerosi progetti di studio e valorizzazione della collezione egizia del Museo Civico di Erba. Tutti hanno potuto finalmente vedere che aspetto aveva l’uomo mummificato, grazie al lavoro di ricostruzione fatto con il metodo di Manchester da Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, membro del Mummy Project, che ha all’attivo numerose ricostruzioni di personaggi storici, tra cui Dante, Angelo Poliziano, Raffaello, e di mummie, tra cui quella di Ankhekhonsu del Museo Archeologico di Bergamo".