REDAZIONE COMO

Emergenza infortuni. Schiacciato dalla macchina: operaio ferito al torace

Guanzate, stava utilizzando una fustellatrice all’interno di una tessitura. Allarme sicurezza, la polemica in regione: "Dall’inizio dell’anno già 52 vittime".

La macchina fustellatrice nella quale è rimasto schiacciato un operaio di 48 anni portato al Sant’Anna

La macchina fustellatrice nella quale è rimasto schiacciato un operaio di 48 anni portato al Sant’Anna

Non è cominciato bene il rientro dalle ferie in provincia di Como, coinciso con un grave infortunio che ha visto protagonista un operaio di una tessitura di Guanzate rimasto schiacciato da una fustellatrice. L’incidente è avvenuto alle 9 del mattino alla Airily Srl di via XXIV maggio, azienda tessile specializzata nella decorazione di capi di abbigliamento e accessori per il settore della moda e del lusso. Il 48enne stava lavorando con un fustellatrice, una macchina che viene utilizzata per tagliare i tessuti, quando è rimasto schiacciato riportando traumi al torace e all’addome. L’operaio è stato immediatamente soccorso dai colleghi che l’hanno liberato dalla morsa della macchina, poi è stato trasportato all’ospedale Sant’Anna di Como dov’è ricoverato, fortunatamente non in pericolo di vita. In azieda oltre ai soccorritori sono arrivati anche i vigili del fuoco, i carabinieri di Cantù e i tecnici di Ats Insubria che hanno svolto degli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle norme di sicurezza. Quasi alla stessa ora a pochi chilometri di distanza, oltreconfine, a Locarno in un cantiere stradale si è infortunato un operaio 45enne di nazionalità kosovara, impegnato in alcuni lavori di scavo. In base alle prime indagini della Polizia cantonale l’uomo è rimasto ferito dalla caduta di materiale a seguito di un cedimento del manto stradale. Sul posto sono intervenuti i soccorritori e gli agenti che dopo aver prestato le prime cure all’operaio lo hanno trasportato all’ospedale. Anche in questo caso l’operaio non è in pericolo di vita. Un tema quello degli infortuni sul lavoro che ha acceso il dibattito politico in Regione.

"Le parole diventano retoriche quando si parla di morte sul lavoro - è intervenuta Paola Pizzighini, consigliera regionale di M5s - È necessario passare ai fatti. In Lombardia si muore lavorando, questa è la brutale realtà, e a qualunque età. Dall’inizio dell’anno contiamo già 52 vittime, persone che pensavano di lavorare in un posto sicuro e che avevano il diritto di far ritorno a casa, vivi. Il sistema dei controlli va riformato in profondità, ci vogliono più ispettori e bisogna introdurre il reato di omicidio sul lavoro, perché spesso non si tratta di fatalità. Basta chiamarli incidenti, chi non rispetta le regole va punito con severità. Siamo tutti chiamati a fare qualcosa per fermare questa strage". Roberto Canali