
Il castello visto dall'alto
Erba (Como), 19 dicembre 2018 - Tra le cento cose da non fare se amministrate un Comune c’è cedere alla tentazione di comprarvi un castello. L’ipotesi può apparire peregrina, ma a Erba è capitato sul serio. Correva l’anno 1999 e alla guida dell’amministrazione targata Lega, allora con Nord bello in evidenza, c’era il sindaco Filippo Pozzoli. Il bilancio era florido, gli affari in Comune andavano a gonfie vele così quando si seppe che sul territorio c’era un maniero in vendita l’amministrazione si lasciò tentare dall’affare. Il castello era quello di Pomerio costruito, si dice, addirittura dai Franchi di Carlo Magno, proprio alle porte della città e teatro, secoli dopo, di un’epica battaglia del Carroccio. Certo nell’800 l’edificio venne declassato a filanda e poi trasformato in un hotel di lusso aperto fino ai Mondiali ’90, ma il valore storico e l’interesse per il Comune che senza esitare mise sul piatto 4 miliardi per aggiudicarsi l’immobile. Siccome all’asta l’amministrazione venne battuta dall’immobiliare milanese Brioschi, il sindaco Pozzoli non esitò a intraprendere un duello a suon di carte bollate pur di mettere le mani su quel castello che non poteva che appartenere a Erba, visto il suo inestimabile valore storico. Vent’anni dopo quella comunità, con a capo un altro sindaco, ha deciso di liberarsene rimettendolo all’asta e destinando il ricavato alla sistemazione di altre due ville storiche, villa Candiani e Villa San Giuseppe, quelle sì d’interesse comunale.
Le ragioni della vendita: il castello è troppo costoso da mantenere e impossibile da sistemare, a patto di disporre di mezzi illimitati. A Erba le hanno tentate tutte per riuscire a metterlo a reddito immaginando di trasformarlo in una sede per seminari destinati alla formazione di manager del turismo o in un centro per corsi di specializzazione informatica, progetti rimasti sulla carta perché era impossibile ottenere i permessi necessari per adeguare la struttura protetta da un mare di vincoli.
Attualmente una parte di Pomerio è concesso in uso agli studenti dell’Accademia Europea della Musica e la restante viene utilizzata per ospitare matrimoni vip, grazie alla convenzione con una società di catering che si è impegnata a svolgere lavori di manutenzione dell’immobile per 65mila euro l’anno. "Di questo passo il Castello verrà sistemato quando mia figlia andrà in pensione" ha spiegato il capogruppo di maggioranza, Franco Brusadelli, cercando di convincere i due consiglieri di Fratelli d’Italia che sono stati gli unici ad opporsi all’alienazione. Alla fine la maggioranza, Lega compresa, ha deciso di venderlo, ma solo nel 2020, al modico prezzo di 2.727.000 euro che non sono neanche tanti considerando che si parla di un edificio di 3.315 metri cubi circondato da un parco di 16.225 metri quadrati. Ai privati il compito di riuscire dove il Comune ha fallito, trasformando di nuovo il castello in un hotel di lusso.