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Erba, falsi ciechi rinviati a giudizio per aver truffato l’Inps

Finiscono a processo in due dopo l’indagine della Finanza

Il falso cieco in edicola

Erba (Como), 13 febbraio 2015 -  Finiranno a processo tra un anno, nel febbraio 2016, per dimostrare che quelle pensioni di invalidità a lungo percepite, non sono state il prodotto di una truffa, ma di una reale condizione di infermità. Il gup di Como Ferdinando Buatier, ha rinviato a giudizio Silvia Daria Segreti, 42 anni di Inverigo e Mario Puma, 64 anni di Merone, accusati entrambi di aver truffato l’Inps, per non aver comunicato l’attenuazione dei gravi problemi alla vista, che gli garantivano una pensione di invalidità.

Accertamenti condotti dalla Guardia di finanza di Erba, coordinata dal sostituto procuratore di Como Massimo Astori, e relativi al periodo tra 2012 e 2014. In particolare, la Segreti, sarebbe passata da una condizione di cecità parziale a totale, tra 2007 e 2008, con un aggravamento delle sue condizioni riconosciuto dalla commissione medica. Tuttavia – secondo le accuse - la donna avrebbe omesso, nonostante gli obblighi che accompagnano la domanda per l’ottenimento della pensione, di dichiarare che le sue condizioni erano sensibilmente migliorate a partire dal 2012, al punto di poter iniziare a svolgere una serie di mansioni in autonomia, come andare a fare la spesa, camminare sul marciapiede o evitare le auto in sosta.

Avrebbe così continuato a percepire la pensione riconosciuta per una cecità conclamata, con la conseguenza di un ingiusto profitto nei confronti dell’Inps. Truffa che viene qualificata aggravata dall’essere stata realizzata ai danni di un ente pubblico. Del tutto simile la situazione di Puma, anche lui titolare di una pensione per cecità dal 2009, le cui condizioni di invalidità sarebbero andate migliorando negli anni successivi, senza che ne desse comunicazione. Gli spostamenti di entrambi, le abitudini di vita e le condotte non compatibili con la diagnosi con cui avevano ottenuto la pensione, erano state monitorate per settimane dalla Gdf di Erba, che aveva prodotto una documento fotografico a testimonianza dell’autonomia sviluppata dai due indagati, che non risultava compatibile con la malattia. Erano stati filmati infatti mentre entravano in edicola e sfogliavano riviste. Da parte loro  Puma e la Segreti hanno invece sostenuto che quelle pensioni erano state percepite regolarmente, senza alcuna condotta truffaldina ai danni dell’ente che ne aveva riconosciuto il diritto, e che le erogava da anni.