Ha dichiarato di non aver commesso alcun atto illegale, di non avere mai incassato mazzette né di avere ricevuto o promesso favori. E quelli che secondo la Procura erano regali, sono stati da lui pagati fino all’ultimo euro. Così ieri si è difeso in aula l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Generoso Biondi, coinvolto con il funzionario del Fisco Alessandro De Domenico e, tra gli altri, due finanzieri, nel filone corruttivo della maxi-inchiesta Leonessa. Per l’accusa Biondi, De Domenico e il luogotenente Francesco Liguoro (uscito dal procedimento patteggiando) nella primavera 2018 si sarebbero spartiti oltre 50mila euro allungati dal titolare della Fervorari rottami srl (suicida in cella, ndr) per sanare un contenzioso con l’Erario di 21 milioni e rotti. L’accordo, per la procura avallato da Biondi, prevedeva che l’imprenditore avrebbe pagato solo un milione e 424mila euro, il 5,24% delle fatture false contestate. La scorsa udienza De Domenico aveva smentito che il direttore fosse al corrente di qualunque accordo, che alla fine si risolse in una millanteria per incassare una tangente di 22mila euro. La discussione il prossimo 26 ottobre. B.R.
CronacaEx Direttore Agenzia Entrate Brescia, "Mai incassato mazzette né favori"