
Lo studio di Confindustria Como mette in luce i nodi irrisolti "Pesano la frenata della Germania e la contrazione della Cina".
Il rallentamento del settore tessile e la crisi dell’automotive pesano sull’andamento delle industrie lariane, penalizzando soprattutto l’export. La capacità produttiva mediamente impiegata dalle aziende, misurata dall’Osservatorio congiunturale del centro studi di Confindustria, si attesta al 61,1% nel secondo semestre 2024, con un calo di oltre 10 punti percentuali rispetto ai primi sei mesi dell’anno (73,9%). Si riscontrano differenze riguardo il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione sia rispetto alla dimensione aziendale sia in considerazione delle varie tipologie merceologiche di attività. Le aziende con oltre 50 occupati indicano mediamente un impiego del 64,4%, mentre per le realtà più piccole il dato si attesta al 59,1%. Suddividendo invece le imprese in base al comparto, si registra una capacità utilizzata del 71,6% per le imprese tessili, al 67,1% per le metalmeccaniche e al 53,4% per gli altri settori.
Sulle aspettative influiscono in primis gli effetti dell’incertezza, determinata dalle tensioni geopolitiche e del costo delle fonti energetiche. Si aggiungono poi il permanere dei tassi d’interesse su livelli medio alti e la crescita dell’inflazione a livello europeo. Le realtà comasche del campione sono fortemente attive sui mercati internazionali e, grazie alla qualità delle produzioni, realizzano una quota rilevante di fatturato al di fuori dell’Italia: nella seconda metà del 2024 l’export ha pesato per quasi un terzo (32,8%) delle vendite complessive.
"Le aziende stanno soffrendo un prolungato periodo di decelerazione - spiega Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como -. La manifattura sta risentendo della forte frenata della Germania e della minor esportazione verso la Cina, paese che ha rallentato di molto i consumi domestici e deciso di tornare a puntare sulla produzione domestica, insieme a una situazione geopolitica internazionale sempre molto incerta". In particolare, soffrono le aziende del settore tessile che pagano il forte calo di acquisti anche nell’ambito del lusso e l’automotive.
"Permangono alcune criticità sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime ma l’aspetto più critico, soprattutto per le aziende energivore, riguarda i costi dell’energia. Il semestre alle spalle non è stato facile. Dai nostri dati, c’è una leggera aspettativa di miglioramento per il 2025". La metà delle esportazioni e una quota del 17,6% del fatturato totale è diretta nei paesi dell’Europa Occidentale, seguiti da Stati Uniti (3,7%), Est Europa (3,3%), Brics (2,5%). Il 67,2% delle vendite è invece realizzato sul mercato italiano.