Como - La guerra, la crisi energetica e l’incertezza dei mercati internazionali che temono una nuova recessione stanno facendo volare il franco svizzero che non solo ha raggiunto la parità con l’euro, ma cambia addirittura sopra. Ieri il tasso di cambio era a 0,98, ma a Ferragosto si era scesi addirittura a 0,96, per la precisione 0,95825 un livello record mai raggiunto prima. Dall’aumento dei tassi deciso dalla Banca nazionale svizzera a metà giugno la divisa europea ha perso il 7%, il resto l’hanno fatto gli investitori giocando contro l’Eurozona individuata come a forte rischio per gli effetti delle sanzioni, gas e petrolio su tutti, decise contro la Russia.
Il franco alle stelle fa sorridere i frontalieri, che dalla primavera a parità di stipendio possono contare su 300 o 400 euro in più ogni mese, ma anche degli stessi svizzeri che per sfuggire agli effetti dell’inflazione, che si sta facendo sentire anche oltreconfine, vengono a fare la spesa e soprattutto il pieno in Italia. Per rendere il tutto ancor più conveniente in tanti in questi giorni stanno facendo la fila agli uffici di cambio approfittando della differenza favorevole, un fenomeno anche questo che in passato non era stato mai quasi osservato. Di solito erano gli euro a essere trasformati in franchi e non il contrario. All’epoca dell’introduzione della moneta unica, il 1° gennaio 2002 il tasso di cambio era a 1,48 franchi. In seguito è salito fino a oltre 1,60 e ora siamo 0,98, numeri che la dicono lunga sulla salute dell’Eurozona. Il super franco rischia di trasformarsi in un problema per l’economia elvetica che vive di trasformazione, un po’ come quella italiana, acquistando materia prima dagli altri Paesi in questo caso a prezzi più convenienti, per poi rivendere i prodotti, di alta gamma se non di lusso, che ora rischiano di diventare davvero inaccessibili.