ROBERTO CANALI
Cronaca

Frontalieri, nel mirino gli italiani che viaggiano soli: la minaccia di misure ed ecotasse

Si torna a votare e i partiti anti-italiani pensano a colpire i lavoratori che si presentano in dogana senza passeggeri

Frontalieri in dogana

Frontalieri in dogana

Como, 17 ottobre 2023 – Un po’ come accade in Italia con i migranti tutte le volte che si vota anche in Svizzera chi arriva dall’estero per lavorare è sempre un buon argomento per accaparrarsi qualche voto in più. Solo che in questo caso “gli altri“ siamo noi, ovvero i frontalieri italiani che pur rappresentando un terzo della forza lavoro dell’intero Canton Ticino sono ancora mal digeriti.

Oltre all’eterno tema che i lavoratori italiani rubano il lavoro agli svizzeri, anche se l’argomentazione è sempre più debole visto che il tasso di disoccupazione è pari al 2,2%, da qualche anno a questa parte li si accusa anche di essere responsabili delle code che, soprattutto di prima mattina, rallentano notevolmente la circolazione sulla A2, l’autostrada che dal confine porta a Mendrisio e Lugano.

Il primo ad approfondire la questione fu Claudio Zali della Lega dei Ticinesi durante il suo mandato come direttore del Dipartimento territorio del Cantone, attraverso uno studio molto accurato dimostrò che un’altissima percentuale di frontalieri si recavano in auto in Canton Ticino da soli. Una cattiva abitudine individuale che si traduceva in un danno collettivo, per gli svizzeri, in termini di traffico e code. Da qui l’idea di istituire un’ecotassa per i frontalieri introducendo una tassa sulle aziende con parcheggi di oltre 50 posti auto con un prelievo di un paio di franchi al giorno per ogni stallo occupato. A rispolverare l’idea di un pedaggio per i frontalieri ci ha pensato Lorenzo Quadri, in corsa per la rielezione al Consiglio Federale.

"È noto che ad ingolfare la rete viaria ticinese, in particolare quella del Mendrisiotto, sono i frontalieri - spiega il parlamentare elvetico della Lega dei Ticinesi - Noi paghiamo le strade, però non possiamo utilizzarle perché siamo invasi da permessi “G“ che entrano in Ticino uno per macchina. I pedaggi e le misure di contenimento non vanno introdotti al Gottardo, ma al confine. Già nel 2016 avevamo chiesto tramite mozione al Consiglio federale l’introduzione di una tassa d’entrata per i frontalieri". All’epoca la proposta fu respinta perché inammissibile con gli accordi di Schengen che anche la Svizzera ha firmato, da qui l’idea di limitare l’accesso "nelle ore di punta per le auto dei frontalieri con il solo conducente a bordo". E come sempre se l’Italia si metterà di traverso la proposta è di bloccare i ristorni, tanto per cambiare colpire ancora i frontalieri.