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Como, frontalieri in protesta: “No a una tassa iniqua e ingiustificata”

La manifestazione internazionale si è tenuta davanti alla sede del ‘Pirellino’, in via Luigi Einaudi

Frontalieri in protesta a Como

Frontalieri in protesta a Como

Como, 25 maggio 2024 – Frontalieri in protesta a Como. Questa mattina, a partire dalle 9:30 si è tenuta in via Luigi Einaudi, all'esterno dell'Ufficio territoriale regionale Insubria di Regione Lombardia, la prima manifestazione internazionale dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, contro l'ingiusta tassa sulla salute, per il rispetto dell'accordo fiscale internazionale e per la piena applicazione del memorandum d'intesa sottoscritto nel dicembre 2020 tra il Ministero dell'economia, le organizzazioni sindacali confederali italiane e l'Associazione dei Comuni di confine del dicembre 2020, tradotti, con voto unanime delle forze politiche in Parlamento, nella legge del luglio scorso.

A organizzarla sono stati i sindacati italiani Cgil, Cisl e Uil e le sigle elvetiche Ocst, Unia, Sgb Uss e Syna. Fuori dal "Pirellino", come viene chiamata la sede regionale comasca, si sono radunate - nonostante la pioggia – circa 300 persone. Moltissime le bandiere sindacali ed erano presenti svariati politici, sia italiani che ticinesi.

La tassa sulla salute

Con l'approvazione della legge di bilancio 2024, Governo e Parlamento hanno introdotto una nuova tassa sui frontalieri italiani attivi per lavoro in Svizzera, volta a finanziare un maggior salario ai lavoratori della Sanità nelle aree di confine. Una tassa che colpisce tutti i frontalieri ed i loro familiari a carico che lavorano in Svizzera da prima del 17 luglio 2023, a far data dal primo gennaio di quest'anno, con modalità non ancora determinate.  Si tratta, secondo i sindacati, di un nuovo balzello introdotto a soli pochi mesi dall'entrata in vigore di un trattato internazionale che è stato negoziato per oltre dieci anni.

“A nulla sono valse le nostre richieste di stralcio - hanno scritto in una nota Cgil Cisl, Uil Unia, Ocst e Syna - fin dal mese di ottobre scorso, di un provvedimento iniquo, ingiustificato ed intempestivo e, verosimilmente, illegittimo”.

Poi, una spiegazione parola per parola: “Iniquo perché basato sul presupposto sbagliato: i frontalieri sono contribuenti indiretti nazionali attraverso i ristorni fiscali pari al 40% di quanto versato alla fonte in Svizzera. Ingiustificato perché in contraddizione con quanto lo stesso Ministero della Salute ha sempre sostenuto (e ribadito con apposita circolare agli assessorati regionali alla sanità del 8 marzo 2016), quale ragione stessa dell'erogazione del SSN ai frontalieri fiscali (dentro la fascia dei 20 km dal confine svizzero) che hanno optato per la sanita nazionale. Intempestivo e di dubbia legittimità, perché in aperto contrasto con i contenuti del neonato accordo fiscale che sancisce il diritto esclusivo della Svizzera a tassare i redditi di quei frontalieri che sono entrati nel mercato del lavoro elvetico tra il 31/12/2018 e il 17/7/2023. La tassa sulla salute introduce quindi un meccanismo illecito di doppia tassazione, pertanto contrario al modello adottato dai paesi OCSE”.

Gli elenchi dei Comuni frontalieri

I sindacati hanno inoltre fatto sapere che sono scesi “in piazza anche per richiedere che il Governo italiano e i Cantoni svizzeri di confine trovino un'intesa definitiva circa la validità degli elenchi dei Comuni frontalieri, utili al fine di determinare lo status di "nuovo" e "vecchio frontaliero””. Chiedono in particolare “che il Governo italiano presti fede all'impegno preso con il nuovo Accordo fiscale di considerare quali "vecchi frontalieri" tutti coloro che hanno già lavorato in un Cantone di confine tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023, vivendo in un Comune posto, in tutto o in parte, entro i venti chilometri dalla Svizzera (elenco peraltro concordato nel nuovo Accordo amichevole tra Italia e Svizzera del 23 dicembre 2023)”.

Il pagamento della Naspi

“Desideriamo – hanno proseguito i sindacati – anche richiedere al Governo italiano di procedere con il decreto attuativo per il pagamento della NASPI senza limitazioni per i primi tre mesi, come da impegno sottoscritto con il MEF nel memorandum d'intesa del dicembre 2020.

Il telelavoro

Altri argomenti che sono stati affrontati sono la riapertura della trattativa sul telelavoro: “Sempre in linea con tale memorandum, chiediamo inoltre di riaprire la discussione sul telelavoro per individuare modalità più cogenti alla condizione di quei lavoratori e quelle imprese che, soprattutto a valle della pandemia, ne fanno un uso significativo”. “A dieci mesi dall'approvazione della legge è giunta l'ora di dare attuazione anche alle parti non strettamente fiscali, urge quindi convocare il tavolo interministeriali allo scopo, tra gli altri, di definire uno statuto del lavoro frontaliero che dia finalmente una veste giuridica al lavoro di frontiera. Il tavolo, costituito nel luglio scorso, non è mai stato convocato malgrado molte nostre sollecitazioni”.

I Comuni

Infine, i sindacati hanno fatto sapere che “ci sono anche le questioni che riguardano alcuni comuni della Valtellina, ma anche delle province di Monza e Brianza, Varese, Lecco e perfino Brescia, e ancora il tema degli assegni familiari”.