
Una squadra di Soft air
Gallarate (Varese), 29 marzo 2019 - Nell'area delle ex Officine delle Ferrovie in via Pacinotti ora si “gioca alla guerra”. Lo spazio, da anni in stato di forte degrado, rifugio di senzatetto e abusivi, nei giorni scorsi è stato assegnato dalla proprietà, la società Ferservizi, a un’associazione che pratica il softair, disciplina sportiva che simula azioni militari a scopo ludico-ricreativo utilizzando armi ad aria compressa. Soddisfatto per l’arrivo di questa attività sportiva è Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che spesso ha segnalato la situazione di abbandono della struttura e oggi commenta: «Ci auguriamo che in questo modo possa essere risolto definitivamente un problema che noi denunciavamo da anni».
Sfrattati dunque abusivi e clochard, dopo che gli operai delle Ferrovie sono intervenuti in via Pacinotti per chiudere tutti gli accessi e ripristinare le recinzioni, divelte per accedere ai vecchi capannoni da chi era in cerca di un tetto. L’associazione (si tratta della Eagle Blade) provvederà a interventi di pulizia all’interno dello spazio che d’ora in poi sarà scenario delle azioni di softair e sarà attentamente monitorato per evitare l’intrusione di abusivi.
Secondo l’accordo con la proprietà, il complesso è stato dato in comodato d’uso gratuito per cinque anni (rinnovabili), pertanto fino a quando non sarà messo in vendita sarà il regno dei “giochi di guerra”. Dall’associazione fanno sapere: «L’area sarà chiusa e potranno entrare solo associazioni affiliate agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni». Anche il sindaco di Gallarate Andrea Cassani commenta positivamente la nuova destinazione: «L’arrivo dell’associazione è un passo per contrastare il degrado, in attesa di conoscere che cosa deciderà di fare la proprietà».
La situazione delle ex Officine Fs (risalgono ai primi anni del ’900), è stata spesso oggetto di dibattiti e polemiche, non sono mancati incontri tra il Comune e la società ferroviaria per trovare soluzioni, a preoccupare soprattutto la presenza di abusivi e le condizioni di degrado e pericolo evidenti, che non sono state risolte con i ripetuti interventi di sgombero. Inutili si sono sempre rivelati i lavori per chiudere gli accessi: puntualmente i muri venivano abbattuti da chi di notte tornava a dormire nei capannoni.