Garzeno, 29 settembre 2024 – Una traccia di sangue trovata sul cassetto di un mobiletto a poche spanne dal punto in cui era disteso Candido Montini. Tra i numerosi reperti raccolti nei sopralluoghi dei carabinieri dopo la scoperta dell’omicidio del pensionato, questo è forse quella più significativa, da cui si attendono possibili novità. Che comunque non saranno svelate a breve, ma devono sottostare ai tempi richiesti dai laboratori di analisi e dalle procedure di corretta conservazione delle prove per potere dare un frutto utilizzabile come prova in un dibattimento.
La scena del delitto
Attorno al corpo steso a terra di Montini, ucciso a 76 anni martedì pomeriggio a Catasco di Garzeno, c’era parecchio sangue, probabilmente in parte calpestato da chi lo ha soccorso nell’immediatezza del ritrovamento: un vicino, la moglie che era con lui, e che è stata la prima a allarmarsi per la sua assenza in negozio, e una parente della vittima arrivata dopo qualche minuto. Ma la presenza di quella traccia di sangue, aveva caratteristiche che, al momento, sembrano aver attirato l’attenzione degli investigatori, con la speranza che possa essere stata lasciata da chi si è accanito su Montini. Una traccia diversa, quindi, che viene considerata promettente.
Disperata autodifesa
L’uomo si è certamente difeso da quella raffica di coltellate, che lo hanno ripetutamente ferito prima di ucciderlo, tutte concentrate tra torace e addome, e tutte superficiali, anche se alcune molto ampie. In mezzo a tutta questa perdita di sangue, chi lo ha colpito potrebbe essersi sporcato, o aver lasciato una traccia che, se l’esito anche di un solo esame dovesse dare un riscontro positivo, basterebbe a dare un nome e un cognome a chi ha ucciso Candido Montini.
Da due giorni, il lavoro portato avanti dai carabinieri è sostanzialmente legato a pochi punti fermi: l’analisi di tutte le tracce trovate nell’abitazione, e in particolare attorno al corpo dell’uomo, che era steso a terra a un paio di metri di distanza dalla porta di ingresso.
Supino, coperto di ferite, con addosso una maglia e una camicia e senza scarpe né ciabatte. Un normale abbigliamento da casa pomeridiano.
Soldi “spariti”
Inoltre la ricerca dei soldi: appare sempre più anomalo che non siano stati trovati contanti in casa né nella bottega di rivendita di alimentari e bombole del gas gestita da Montini, a un centinaio di metri di distanza dalla sua abitazione. In tasca la vittima dell’omicidio aveva una quarantina di euro, che non sono stati toccati. Da casa non mancava apparentemente nulla, ma a terra lungo la strada, in via Ai Monti, è stato trovato il suo portafogli vuoto.
Ma dove sia finito il contante che il pensionato certamente aveva con sé, è ancora un mistero. Se esiste un nascondiglio, nessuno è ancora stato in grado di trovarlo. Ormai sono anche state sentite tutte le persone che ruotavano attorno alla sua vita: figli e familiari, i conoscenti e vicini, una donna che gli teneva in ordine la casa.
Rimane solo da aspettare che arrivi qualche risposta dal lavoro in corso all’interno dei laboratori di indagini scientifiche. Oppure che emerga un dettaglio non ancora noto, che possa essere messo in relazione con altre informazioni e risultare interessante per arrivare a una pista concreta.