Como, 29 novembre 2024 – “Tutte le volte che penso al coraggio e alla forza della mia Deborah non riesco a trattenere le lacrime”. A parlare, con la voce rotta dalla commozione, è Antonio Vanini. Antonio è il papà di Deborah, la giovane mamma comasca morta da pochi giorni, la cui storia ha fatto il giro d’Italia. Malata di un tumore al quarto stadio decise di sospendere le cure che le avrebbero forse potuto salvare la vita pur di affrontare la gravidanza.
Deborah è morta sabato scorso ad appena 38 anni: due mesi e cinque giorni dopo aver messo al mondo la piccola Megan. Una scelta che ha commosso e fatto riflettere anche chi non l’ha mai conosciuta. Spetterà al suo compagno, Massimo, crescere la bambina. Ma non sarà solo. Al suo fianco c’è e ci sarà una famiglia allargata di quattro nonni.
Impegno e dolore
“È successo tutto così velocemente, siamo ancora sconvolti. Però dobbiamo farci forza – dice Antonio Vanini – e andare avanti, come avrebbe voluto Deborah, per crescere Megan. Staremo accanto a Massimo, lo straordinario compagno di mia figlia che ha affrontato questi mesi dimostrando grande coraggio e maturità, non lo lasceremo solo ad occuparsi di lei”.
“Deby” avrebbe voluto così e anche per questo fin dall’inizio aveva deciso di condividere la sua decisione non solo con il compagno, ma con tutta la famiglia.
“Ci ha voluto dire tutto fin dall’inizio – prosegue il padre – ha informato me e mia moglie e anche i genitori di Massimo, voleva renderci partecipi della sua scelta d’amore. All’inizio non è stato facile: abbiamo sofferto con loro tutti questi mesi di angoscia e d’incertezza. Solo ora, in mezzo a tanto dolore, mi rendo conto che mia figlia ci ha regalato una lezione d’amore straordinaria. Adesso che la sua storia è patrimonio comune, raccontata sui social e dai giornali, tanti parlano di lei, anche senza conoscerla. Mi piace pensare che il suo gesto darà forza a tante donne e giovani mamme che hanno paura ad affrontare una gravidanza”.
A difesa della memoria
I social sono però anche un vortice di superficialità. Parole d’odio. Insinuazioni. Davvero non si è curata? Perché non ha pensato a se stessa? “Frasi ignobili. Questa gente non sa di cosa parla – interviene la madre di Massimo – Deby era una persona dolcissima, generosa e sempre pronta a dare una mano agli altri. Lei e Massimo hanno sofferto tanto in questi mesi. Mio figlio si è licenziato a marzo per non lasciarla mai sola: anche per lui è stata una prova durissima. Deve trovare la forza di andare avanti, c’è la piccola Megan da crescere. Noi nonni, tutti insieme, staremo accanto a loro e non li lasceremo mai soli. Siamo una famiglia unita, ci guida l’amore di Deborah”.
L’ultimo dono di questa mamma straordinaria risale allo scorso 22 settembre, quattro giorni dopo il parto e poco prima di riprendere le cure contro il cancro, quando sul suo profilo social ha pubblicato quello che sarebbe stato il post della sua eredità morale: insieme il benvenuto e l’addio alla sua bimba. “Benvenuta piccola Meg, forse tu non lo sai ancora, ma mi hai letteralmente salvato la vita. Il giorno in cui ho saputo di essere incinta ho scoperto di avere un tumore al quarto stadio. Dalla notizia più bella alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia alla disperazione più assoluta. Davanti alla scelta più difficile al mondo per un genitore, decidere per la vita o meno dei propri figli. Ho pianto notti intere per la paura, per la tensione, per i dubbi. Ho perso la via, mi sono disperata e chiesta perché proprio a me, e noi”.
Una scelta terribile. Una scelta d’amore. Megan avrà un futuro prezioso: il suo nome significa perla.