Roberto Canali
Cronaca

Grandate, trasferito invece di essere premiato: il paese difende l’ispettore

Il poliziotto che ha indagato su alcuni colleghi facendo emergere lo scandalo delle multe cancellate viene candidato a "Cittadino dell'anno", appello al Capo dello Stato

Un paese difende l'ispettore

Grandate, (Como), 19 aprile 2015 - Una storia esemplare quella dell’ispettore Giorgio Anselmini, trasferito  dopo che aveva indagato su alcuni colleghi che, come lui, prestavano servizio alla Questura di Como. Le sue indagini hanno permesso di aprire prima un’indagine interna finendo poi sul tavolo della Procura della Repubblica. «Un comportamento esemplare che però ha comportato il suo trasferimento – spiega Dario Lucca, consigliere di minoranza a Grandate, paese natale dell’ispettore tutto d’un pezzo – uomini così andrebbero premiati, per questo mi sono permesso di segnalare il suo caso al Presidente della Repubblica».

Così nei giorni scorsi il capogruppo di «Grandate il mio paese», ha scritto una lettera a Sergio Mattarella e al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, chiedendo il loro aiuto. «Abbiamo seguito da vicino le vicende che hanno riguardato questo nostro concittadino, che rende onore ai valori dell’onestà e della giustizia, e rappresenta un esempio non solo per la comunità di Grandate, ma per l’Italia intera – spiega Dario Lucca - Per questo nel nostro piccolo abbiamo deciso di candidarlo alla benemerenza di «Cittadino esemplare dell’anno», che tutti gli anni promuoviamo. Ci siamo accorti però che tutto ciò non bastava, l’ispettore Anselmini si merita di tornare al più presto al suo posto di comandante della Squadra di Polizia Giudiziaria della Polstrada di Como».

Così i concittadini dell’ispettore hanno deciso di coinvolgere il Capo dello Stato. «Crediamo, forse per ingenuità, che sarebbe necessario un segno di vicinanza e di solidarietà soprattutto nei confronti dell’ispettore, da parte di quello Stato che ha servito e serve con orgoglio e onestà – scrivono in una lettera spedita l’altro giorno - Un segno di presenza per la sua famiglia che sta pagando un prezzo altissimo, dopo il trasferimento alla Questura di Milano, nonostante le proteste di uno dei sindacati della Polizia. Vorremo che anche lei intervenisse per far tornare Anselmini a Como, di nuovo al suo posto affiancato da uomini di pari passione e valori che di sicuro non mancano nella nostra provincia. Nelle nostre menti ora più che mai riaffiorano le parole che ha scelto di pronunciare di fronte al Parlamento nel giorno del suo giuramento, quando ha detto che per sconfiggere la criminalità occorre aver fiducia nelle forze dell’ordine e aver fiducia in una moltitudine di persone oneste, competenti, tenaci e capaci di compiere il proprio dovere».