PAOLA PIOPPI
Cronaca

Il mistero di Greta Spreafico, scomparsa due anni fa. Andrea Tosi indagato per omicidio: le tappe del giallo

La rocker 53enne di Erba è sparita nella zona di Rovigo. Senza esito finora le ricerche del corpo e dell’auto della donna. Nell’inchiesta per omicidio preterintenzionale rientra il giardiniere di Porto Tolle

Greta Spreafico, rocker comasca: la sua sorte è ancora da chiarire

Greta Spreafico, rocker comasca: la sua sorte è ancora da chiarire

Erba (Como) – Mentre la scomparsa di Greta Spreafico continua a rimanere un mistero, dalla Procura veneta di Rovigo emerge una novità: nell’indagine, che procede ora per omicidio preterintenzionale, dopo essere rimasto aperto a lungo per occultamento di cadavere, è stato iscritto sul registro degli indagati il giardiniere di Porto Tolle Andrea Tosi, che risulta essere l’ultima persona ad aver visto viva la cantante rock di 53 anni, di Erba. Eppure l’uomo, da parte sua, continua a ribadire la propria estraneità a qualunque cosa possa essere accaduta alla donna, sparita nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2022.

In questi ultimi due anni, da quando sono state avviate le indagini sulla scomparsa, ora diventata un’ipotesi di omicidio, le novità e i significativi passi avanti sono stati molto pochi. L’ultimo passaggio noto, risale a inizio giugno, quando era emersa la possibilità che l’automobile di Greta, una Kia Picanto, potesse essere finita sul fondale del Po a Porto Tolle, senza mai più riemergere. I vigili del fuoco avevano scandagliato il tratto in cui l’auto si sarebbe inabissata, stando alla ricostruzione resa possibile dalle telecamere: ma finora senza alcun esito.

In quel caso, l’input alle ricerche era giunto con da una richiesta inviata alla Procura di Rovigo dall’avvocato Nunzia Barzan, che assiste i familiari di Greta. Il legale aveva raccolto le testimonianze di alcuni amici della donna, secondo i quali in un punto in cui il fiume forma un’ansa, c’era una massa non meglio identificata che poteva corrispondere a un’auto. Va da sé che il ritrovamento dell’auto, consentirebbe di fare un significativo passo avanti a conferma o smentita di quanto ipotizzato finora, ovvero la morte della donna per una causa violenta, andata al di là delle intenzioni di chi ne sarebbe responsabile.

L’evoluzione del fascicolo con la diversa ipotesi di reato, l’omicidio preterintenzionale appunto, che sembra voler rispondere a nuovi elementi, sarebbe scaturita da una ricostruzione degli spostamenti di Spreafico, fino alla sua uscita di scena da qualunque telecamera, avvenuta vicino al tratto del fiume su cui si sono concentrare le ricerche recenti: l’ultima immagine era stata ripresa da una telecamera in località Bonelli, alle 5.16 del mattino del 4 giugno. Il giorno dopo, la donna non si era presentata all’appuntamento fissato con un notaio.

"Sebbene tutta l’area sia stata già approfonditamente esaminata e scandagliata a suo tempo dalla polizia giudiziaria – spiegava il procuratore capo Manuela Fasolato - anche con i sommozzatori, non si poteva comunque a distanza di tempo escludere che fosse utile investigare nuovamente la zona". Ora questa ulteriore novità, un indagato: lo stesso uomo, conoscente di Greta, che era stato coinvolto nella prima fase dell’indagine, poi archiviata, per essere ripresa con il sospetto di omicidio.