Como - A pochi giorni di distanza dall’attacco hacker che nella notte del 1° maggio aveva colpito le infrastrutture informatiche dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco a Milano, la sanità sanità lombarda è stata di nuovo colpita. Questa volta nel mirino dei pirati informatici è finito il sito di Ats Insubria, l’azienda sanitaria delle province di Como e Varese completamente bloccato dalla mattina di ieri.
"Al momento ci risulta impossibile qualunque intervento e siamo dispiaciuti per le ricadute sull’utenza, che in queste ore non può prenotare, né consultare, né interloquire coi nostri servizi – ha spiegato il direttore generale, Lucas Maria Gutierrez –. L’Agenzia avviserà appena verranno riattivati i collegamenti con l’esterno". Impossibile sapere se è stato chiesto un riscatto per rimettere in funzione tutto. "I sistemi informatici di Ats Insubria sono in fase di verifica – spiega in una nota l’azienda –. I tecnici hanno rilevato un attacco hacker nei sistemi informatici pertanto in via cautelativa e per sicurezza hanno isolato la struttura informatica aziendale dalle reti esterne, di conseguenza il sito e i portali pubblici di Ats Insubria non saranno raggiungibili fino al termine delle verifiche".
Se andrà come in occasione dell’attacco all’ospedale Sacco di Milano ci vorranno ancora diversi giorni prima di poter tornare alla normalità, in tilt infatti con era andato solo il sistema dell’ospedale e del centro di ricerca, ma anche la rete che collega una trentina di nosocomi e centri analisi. Fino alla giornata di ieri persistevano problemi alla diagnostica per immagini del pronto soccorso del Sacco, mentre sono stati riaperti completamente solo a partire dal pomeriggio i centri delle altre strutture colpite: Fatebenefratelli, Buzzi e Melloni dove l’Areu, cioè l’agenzia di emergenza urgenza che gestisce il servizio del 118, ha ripreso a mandare le ambulanze. Al Sacco invece l’apertura è solo per i casi meno gravi.
L’assessorato al Welfare di Regione Lombardia ha reso noto che proseguono le attività per il progressivo ripristino degli applicativi aziendali. Ancora fuori uso il laboratorio nel centro regionale di screening neonatale, dove i riscontri continuano ad essere eseguiti manualmente e "nel caso non fosse possibile ripristinare la normale attività sarà necessario dirottare gli esami presso centri di riferimento attivi di altre regioni limitrofe". Intanto proseguono le indagini della polizia postale e dell’Agenzia di cybersicurezza per risalire agli hacker che potrebbero essersi aperti un varco nel sistema attraverso una mail contenente un virus aperta per sbaglio.