Como, 2 novembre 2024 – Cinque sentieri si incrociano e portano lì: all’Isola Comacina e a “Mary Rose“, l’ossessione di Alfred Hitchcock. A condurre le indagini è il regista comasco Paolo Lipari, che con la figlia e produttrice Francesca si è messo sulle tracce non solo del rapporto intimo tra il “maestro della suspense“ e l’isola nel Lario – che ospitò tra l’altro il suo primissimo film, The Pleasure Garden, nel 1925 – ma anche della sua opera incompiuta, tratta dall’opera teatrale di J.M Barrie, che rimase orfana di produttore. Hitchcock l’avrebbe ambientata proprio sull’Isola Comacina? Gli indizi ci sono, accompagnati da colpi di scena svelati in anteprima nazionale al cinema Astra con il documentario Hitchcock Island, firmato da Lipari e sostenuto dai Comuni di Como e Tremezzina.
La pista da seguire
“Cinque i nostri personaggi guida: nessuno sapeva dell’altro, ciascuno ci ha invitato a seguirlo. Siamo rimasti sorpresi dalle rime interne, da come i percorsi si siano rilevati tangenti: hanno finito per disegnare una sorta di spirale, come quella di Vertigo, che ha inghiottito me e Francesca. Abbiamo fatto fatica a venirne fuori. Per certi versi non ne siamo ancora usciti”, confessa il regista. Che ha seguito la pista di Mario Serenellini, saggista ed editore: “Mi ha parlato del capolavoro mancato di Hitchcock, Mary Rose, con una piccolissima isola vicina alla costa protagonista: mi si è accesa la lampadina. Vengo a scoprire che aveva affidato la scrittura della sceneggiatura nel 1964. E nel 1964 inizia la sua frequentazione insistita con l’isola, dalla quale uscirà solo sette anni dopo, quando il progetto è ormai abbandonato”.
Il debutto da regista
Un intrigo alla Hitchcock, che aveva già scelto l’Isola Comacina – location per nulla semplice – per il suo debutto alla regia. “In The Pleasure Garden, secondo il critico cinematografico Gianni Cavova – altra guida cruciale in queste indagini – c’è la matrice del personaggio assente, che non c’è ma muove tutto, centrale nella poetica di Hitchcock”, sottolinea Lipari, camminando sui set e nei luoghi attraversati dal regista del brivido con il giornalista Pietro Berra, “che continua a scavare e a indagare, raccontando in modo mai superficiale il rapporto tra storia del cinema e territorio”. Ci si affaccia sull’isola del mistero, del fuoco su acqua dolce e dei riti magici, con gli occhi di Albertina Nessi, figlia dello storico proprietario della locanda, il cavaliere Lino Nessi, per tutti “Il Cotoletta“. “C’è la sua memoria visiva e sensoriale di bambina, cresciuta in un contesto separato dal mondo.
La Polaroid del padre
Ci sono le fotografie che Hitchcock regalò al padre insieme a una Polaroid quando sapeva che sarebbe stata l’ultima volta nell’isola, altro tema che torna in tutti i nostri personaggi guida. È il momento in cui si congeda anche dal progetto di Mary Rose, dona il suo sguardo come a dire: “Andate avanti voi“”. Per le riprese Albertina ha pensato di tornare alla locanda con sua nipote che, destino vuole, ha un nome che inizia con “Mar“, come l’incisione sul ceppo della sceneggiatura: si chiama Mariasole. Durante le indagini sono riusciti anche a recuperare un filmino di famiglia di Hitchcock, in vacanza sul lago di Como nei primi anni Trenta: c’è la figlioletta che sale sull’albero al centro di The Pleasure Garden, saluta come Mary Rose. Opera teatrale che sta portando in scena la regista Diana Höbel, altro personaggio chiave nel documentario, che spiega la difficoltà nel rendere un personaggio così ineffabile.
La riapertura nel futuro
ll “personaggio assente”, motore dei film di Alfred Hitchcock, ha guidato anche Paolo e Francesca Lipari. Una dedica chiude Hitchcock Island: “A Tommaso“, figlio, fratello, artista scomparso un anno e mezzo fa. “Le riprese sono state realizzate con le ottiche lasciate da Tommaso. Al suo sguardo inarrivabile abbiamo dedicato questa fatica: era capace di catturare tutto e di renderlo in un punto digitale. Quel punto è la nostra isola”. Che sarà al centro di nuove indagini e che avrà nuova vita: il sindaco di Tremezzina, Mauro Guerra, all’anteprima del docufilm ha annunciato che l’isola avrà un futuro, si sta lavorando per riaprirla ai visitatori. Per dirla alla Mary Rose è “l’isola che vuole essere visitata”.