PAOLA PIOPPI
Cronaca

I 35 anni del Circolo Ilaria Alpi. Quante battaglie per l’ambiente

Anzano del Parco, il presidente: "Da sempre siamo molto impegnati contro il consumo di suolo. Siamo in uno dei territori più cementificati d’Italia: ci piacerebbe coinvolgere maggiormente i cittadini".

Un importante traguardo per il Circolo ambiente dedicato a Ilaria Alpi

Un importante traguardo per il Circolo ambiente dedicato a Ilaria Alpi

Il Circolo Ambiente Ilaria Alpi nel 2025 ha raggiunto i 35 anni di attività, trovando casa in una nuova sede ad Anzano del Parco. Per il presidente Roberto Fumagalli, è anche l’occasione per ripensare a questo importante traguardo.

Pensando a questi 35 anni, qual è il ricordo più forte? "Difficile condensare in un solo ricordo le emozioni vissute. Sicuramente uno dei momenti più intensi è stato il percorso prima e dopo il G8 di Genova nel 2001, quando la sede del nostro Circolo è divenuta il riferimento del Brianza Social Forum, un’aggregazione del movimento no-global, che raccoglieva decine di associazioni e centinaia di persone impegnate in una forte critica alla società dei consumi".

Chi sono i vostri volontari? "Le persone attive nel Circolo vogliono e si battono per un cambiamento radicale nella società: il nostro non è ambientalismo di facciata ma di sostanza, rivolto alla tutela dell’ambiente e dei diritti. Parafrasando Chico Mendes, il nostro ecologismo non è giardinaggio ma lotta per il pieno rispetto della natura. Quello che auspichiamo è che i giovani si avvicinino alla nostra attività".

Il Circolo ha aggiunto al suo nome il ricordo di Ilaria Alpi. Perché lei? "Sono note le sue inchieste giornalistiche, per le quali è stata uccisa, con cui ha cercato di scoperchiare i traffici illeciti di rifiuti tossici e le forniture illegali di armi tra l’Italia e la Somalia, tra inquinamento e guerre, ancora di attualità. Abbiamo voluto questa dedica per continuare a rivendicare verità e giustizia per il suo brutale assassinio".

In questi ultimi anni avete concentrato la vostra attenzione anche sui legami tra ambiente e criminalità. In che modo? "Lo abbiamo fatto seguendo l’operazione “Crimine-Infinito“, inchiesta che ha confermato come la Brianza comasca e lecchese fosse uno dei territori più infiltrati dalla ‘ndrangheta, con la vicenda Perego Strade del 2000 e il sistema illecito di gestione dei rifiuti, interrati abusivamente in molti cantieri del nostro territorio. Ci siamo costituiti parte civile nel processo, e da quel momento è rimasta alta la nostra attenzione sul tema delle infiltrazioni mafiose e delle ecomafie nel nostro territorio".

Qual è il progetto che più vorreste realizzare in futuro? "Da sempre siamo molto impegnati contro il consumo di suolo, in uno dei territori più cementificati d’Italia e d’Europa: ci piacerebbe coinvolgere la cittadinanza in percorsi innovativi per far comprendere i danni della cementificazione".

Paola Pioppi