Emerge con sempre maggiore evidenza, all’interno delle strutture penitenziarie tra cui il Bassone di Como, il problema di gestione dei "giovani adulti", come vengono definiti i detenuti di età compresa tra i 18 e i 25 anni. A Como sono 62 su un totale di 445 presenze tra uomini e donne, metà dei quali di origine africana e nordafricana. Spesso soli in Italia, con alle spalle un percorso di minori non accompagnati che li ha portati in strutture di accoglienza provvisorie, in attesa di essere destinati a percorsi di inclusione che non sempre sono andati a buon fine. Una volta raggiunta la maggiore età, diventano adulti senza punti di riferimento e senza stabilità, che con grande facilità finiscono allo sbando, anche facendosi attirare da situazioni e condotte illecite. Una volta detenuti, molto difficilmente si lasciano coinvolgere in attività rieducative o di miglioramento delle loro condizioni di scolarizzazione: così, anche in carcere, rinunciano a beneficiare delle poche occasioni di miglioramento o di creazione di interessi personali, che vengono messe a loro disposizione. Sono gli stessi più inclini a reazioni scomposte, su cui non hanno controllo: come appiccare un incendio all’interno della loro cella. Pa.Pi.
CronacaI giovani adulti stranieri che nessuno accoglie