
Un luogo ricco di storia e anche di misteri ancora da scoprire il Battistero di San Giovanni Battista di...
Un luogo ricco di storia e anche di misteri ancora da scoprire il Battistero di San Giovanni Battista di Mariano Comense, monumento nazionale dal 1912 e prossimo a festeggiare il proprio millenario, nell’Anno Giubilare che rende questo evento ancor più significativo. Edificato attorno al 1025 il Battistero, situato accanto alla chiesa di Santo Stefano, ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli. Gli scavi archeologici degli anni ‘90 hanno rivelato le sue origini tardo-romane e altomedievali, portando alla luce reperti di inestimabile valore, tra cui una capsella liturgica unica nel suo genere. Un vero e proprio tesoro archeologico rinvenuto nel 1574 durante i lavori di demolizione dell’altare romanico e studiata approfonditamente durante gli scavi del 2000. Si tratta di un’urna di pietra con frammenti di avorio e lamine metalliche, ciò che la rende straordinaria sono le figure pagane incise sulle lamine: una baccante, una danzatrice e un giovane alato, tutti nudi e con simboli legati al paganesimo. La loro presenza in un contesto cristiano testimonia il passaggio dal paganesimo al cristianesimo e l’utilizzo di elementi pagani nella liturgia dei primi cristiani. Il tema ha appassionato gli archeologi dell’Università Cattolica di Milano e dell’Università di Vienna, ma ci sono ancora diversi enigmi da risolvere. Per celebrare il millenario, la comunità di Mariano Comense ha organizzato un ricco calendario di eventi che prenderanno il via il prossimo 22 aprile, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini. Dal 17 al 24 aprile è in programma una mostra fotografica “Il Battistero romanico di S. Giovanni Battista di Mariano Comense 1025-2025“ presso lo spazio espositivo “La Bottega“. Il 4 maggio ci sarà la possibilità di accedere, con visite guidate, al Battistero e al complesso della Chiesa di Santo Stefano. Il 20 maggio è in programma una conferenza con l’archeologo Paul Blockley, che ha diretto gli scavi del 2000, e con il professor Marco Sannazaro dell’Università Cattolica di Milano.
Roberto Canali