
Magni Se n’è andato, ormai assai carico di anni, "el sciur" Aristide. È spiaciuto agli amici del bar e pure...
MagniSe n’è andato, ormai assai carico di anni, "el sciur" Aristide. È spiaciuto agli amici del bar e pure del "canton" di ball, che frequentava spesso, perché oltre che essere assai affabile raccontava sempre belle storie gustose, magari anche un po’ "spinte" come quella del "Cleto di bunbon" che gli facevano ogni tanto "ritirare qua". Eccola. Anni addietro tutti i venerdì pomeriggio Anacleto, per tutti il "Cleto di Bunbon" perché era il figlio, unico, del pasticciere più grande della plaga, andava a fare il giro delle consegne: torte di tutti i tipi, panettoni, plateau di paste, cannoli e bignè. Cleto caricava il suo piccolo motocarro con tutto quel "ben di dio", che la gente chiamava genericamente i "bunbon", come voleva il dialetto che guardava al francese "bonbon" . Era venuto su "nella bambagia", il Cleto, grande e grosso, ma un po’ lento nell’intelletto. Aveva ormai più di 25 anni, e non aveva combinato nulla a scuola e ancor meno nella bottega del padre: tranne andare a fare le consegne. Nessuno lo aveva mai visto accompagnarsi con qualche ragazza. Questo era il grande cruccio del padre. La madre invece andava in giro a vantarsi: "Il mio Cleto è un bravo ragazzo, lo dice anche il curato". Un pomeriggio il Cleto si accorse che una ragazza lungo la strada vicino al bosco gli sorrideva. Si fermò e lei gli disse: "Andiamo nel bosco". E così Cleto finalmente divenne un uomo. Poi però la donna pretese la "giusta mercede". Lui aveva solo qualche spicciolo. Le offrì le paste. Lei ne addentò una poi cominciò a gridare. Dal bosco uscì un " tipastro" che spinse via il ragazzo, salì sul trabiccolo e partì veloce. Bastò poco al maresciallo dei carabinieri venire a capo della vicenda. Qualche giorno dopo i carabinieri recuperarono il furgone e arrestarono un individuo già noto come "magnaccia" che finì dentro. La ragazza invece non finì in prigione. Quando seppe della sua libertà, Cleto ne fu assai contento. La settimana dopo la fanciulla sorridente non c’era più.
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