In sole due settimane, raggiunge quota 1.000 adesioni la raccolta di firme "Salviamo il Monte San Primo", promossa dai Giovani Democratici di Como, contro il progetto "OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor". Un disegno voluto da Comunità montana del Triangolo Lariano e al Comune di Bellagio che prevede la realizzazione di nuovi impianti di risalita e di innevamento artificiale al San Primo. È solo l’ultima di una serie di importanti iniziative, che già da mesi si sono strutturate anche nel Coordinamento Salviamo il Monte San Primo, a cui fanno capo 35 associazioni civiche locali e non solo, che organizzano iniziative di protesta e sensibilizzazione, e che hanno recentemente presentato una serie di proposte nell’ambito del procedimento per la redazione della Variante al Piano di governo del territorio del Comune di Bellagio. A questo si aggiunge ora l’iniziativa di raccolta firme, promossa attraverso il sito Change.org: "Un progetto – dicono i promotori - anacronistico, dannoso per l’ambiente, con un assurdo spreco di soldi pubblici". Che aggiungono: "Cinque milioni buttati al vento per la realizzazione di piste da sci, impianti di risalita e cannoni per l’innevamento artificiale a meno di 1500 metri di quota, laddove non solo non nevica più, ma diventa sempre più complicato raggiungere una temperatura vicina allo zero, con un prevedibile spreco di energia e di acqua, con buona pace di quelle regioni che, in questi giorni, hanno dovuto chiudere i rubinetti per l’irrigazione dei campi a causa dell’enorme siccità".
Si tratta solo dell’ultima raccolta firme, preceduta da una serie di iniziative analoghe, che proseguono anche attraverso alcuni referenti locali, con l’invito ai volontari ad attivarsi per ampliare l’iniziativa e le adesioni. Tutte le info si trovano sul sito bellagiosanprimo.com, nato per mantenere l’alta l’attenzione sull’evoluzione del progetto e per mettere a disposizione dei cittadini tutta la documentazione del progetto. L’obiettivo è chiaro: invocare i due enti a rinunciare al progetto. In alternativa, "evitare almeno gli interventi con maggior impatto ambientale, che implicherebbero nuovo consumo di suolo ed uno spreco di grandi quantità di acqua e di energia".