PAOLA PIOPPI
Cronaca

Immigrazione, a Como crescono le espulsioni

La Questura ha fornito i dati riguardanti le presenze straniere

Un cittadino straniero a Como

Como, 14 agosto 2019 - Aumentano le espulsioni, diminuiscono le richieste di asilo politico e gli accoglimenti da parte delle commissioni, ma salgono i rilasci o rinnovi di permessi di soggiorno. L’attività dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Como, da inizio anno, fornisce una prima fotografia delle dinamiche di presenza sul territorio degli stranieri.

Su poco meno di 600mila residenti a Como e provincia, gli extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno sono circa 37mila. La comunità numericamente più presente è quella marocchina, circa 4.500 residenti, seguita dai 3.500 albanesi e 2.500 ucraini. Subito dopo arrivano pakistani e turchi, seguiti da tunisini, filippini e cingalesi. Infine le presenze meno numerose sono quelle di cinesi ed egiziani, poco più di un migliaio per ogni nazionalità. Nel 2015 l’ufficio ha emesso un totale di 15mila e 700 documenti, con un media di 1.300 al mese, saliti a 16mila e 700 l’anno successivo, pari a 1.390 al mese. Dall’1 gennaio di quest’anno ne sono stati emessi oltre 11mila e 100, che hanno fatto salire la media a 1.480 al mese. Per contro, sono aumentate le espulsioni: dalle 499 del 2017 si è saliti alle 532 del 2018, ma alla data di oggi siamo già a oltre 500. Si tratta di posizioni irregolari sul territorio che emergono da diverse circostanze: in buona parte controlli delle forze di polizia o in frontiera, ma anche soggetti che si presentano direttamente all’ufficio immigrazione, senza sapere di essere passibili di espulsione. Ci sono inoltre persone che ricevono esito negativo dalla richiesta di asilo politico e riammissioni semplificate di stranieri dalla Svizzera. A questo si aggiungono i detenuti che arrivano a fine pena, per i quali il Questore di Como ha stipulato un preciso accordo con il carcere Bassone: si parla di una media che va dalle 6 alle 8 persone al mese, la cui posizione viene vagliata nell’ottica di procedere con un eventuale allontanamento dall’Italia, che viene gestito dalla polizia il giorno stesso della scarcerazione. Il provvedimento può riguardare anche gli stranieri comunitari ritenuti socialmente pericolosi, o che non hanno motivo per rimanere in Italia a condanna espiata. In questi casi si procede con l’invito ad andarsene o con l’accompagnamento a un centro di permanenza per il rimpatrio, o ancora all’accompagnamento nel Paese d’origine.

Infine sono fortemente diminuite le richieste di protezione internazionale: rispetto alle 753 giunte nel 2018, ad oggi siamo solo a 339, con un calo di circa il trenta per cento. Nel 2018 la commissione ne ha rigettate 228, e accolte 101, di cui 30 sussidiarie e 71 per motivi politici. Da inizio 2019 ne sono state rigettate 384 e accolte 91, rispettivamente 41 sussidiarie e 50 politiche, di cui fanno parte 7 rinnovi. Richieste che, nelle ultime settimane, riguardano soprattutto cittadini salvadoregni, in tutto 74, seguiti da 56 cingalesi e solo 29 pakistani, che nello stesso periodo dello scorso anno erano più del triplo.