
Sulla carta sono i più poveri d’Italia, ma solo per finta. Secondo i dati elaborati dal ministero delle Finanze, Cavargna chiude l’elenco dei 7.904 Comuni italiani con un reddito medio pro capite annuo di 6.525 euro, in assoluto il più basso a livello nazionale. Due posizioni prima, terz’ultimo, si incontra Val Rezzo, con 6.795 euro. Numeri che superano quelli delle zone del Sud storicamente note per una bassissima capacità di generare ricchezze. Con una differenza fondamentale: il vero reddito, che garantisce una qualità della vita in linea con il primo posto in cui si colloca la Lombardia, i residenti dei due piccoli Comuni comaschi lo generano in Svizzera, essendo pressoché tutti lavoratori frontalieri. Inoltre ai 189 abitanti di Cavargna con il sindaco Gavino Fiori (nella foto), e ai 162 di Val Rezzo, basta poco per ceder oscillare la collocazione in classifica: basta che un residente arrivi o se ne vada dal registro dell’Anagrafe.
Non a caso nel 2005, quando la popolazione di Cavargna era di 295 abitanti, di cui 137 dichiaranti, si è raggiunto vero e proprio picco al rialzo: 7.760 euro di dichiarazione media. Questi ultimi dati sono relativi alle elaborazioni del ministero delle Finanze per i redditi 2020, e a metà del prossimo anno saranno aggiornati con quelle del 2021, che non saranno altro che una replica.
Ma la curiosità di queste due piccole realtà comasche, che vanno ad alterare la geografia dei più ricchi e più poveri d’Italia, non smette di saltare all’occhio, come se alle spalle di quei numeri così bassi si nascondessero scenari di indigenza: mai esistiti, se non in un’elaborazione numerica che non tiene conto dello spopolamento quotidiano a favore della vicina Svizzera.
Pa.Pi.