ROBERTO CANALI
Cronaca

Incubo Tremezzina. Cantieri fermi da mesi: "Servono più soldi"

Materia del contendere con la ditta sono i costi legati al trasporto e allo smaltimento del terreno di scavo con arsenico e idrocarburi .

Il 30 gennaio Anas ha trasmesso all’impresa un apposito ordine di servizio per la ripresa dei lavori

Il 30 gennaio Anas ha trasmesso all’impresa un apposito ordine di servizio per la ripresa dei lavori

Fermi da mesi non sono destinati a riprendere a breve i lavori per la Variante della Tremezzina, il maxi cantiere da 388 milioni di euro, poi saliti a 412 milioni, che però non sono ancora sufficienti a proseguire l’opera. Almeno la pensa così il Consorzio Stabile Sis di Torino, convitato di pietra al vertice convocato ieri in Prefettura alla presenza del presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca, l’assessore regionale Alessandro Fermi, il responsabile della struttura territoriale di Anas Nicola Prisco e una decina di sindaci del lago. Il gruppo di aziende ha fatto sapere che non intende riprendere i lavori di scavo e le altre opere finché non verrà data una risposta a tutti i quesiti presentati nel collegio consultivo tecnico. Materia del contendere sono i costi legati al trasporto e al conferimento del materiale di scavo, nel quale sono presenti arsenico e idrocarburi, giudicati insostenibili dal consorzio d’imprese senza un adeguato aumento dell’appalto.

La cifra esatta non è mai stata divulgata, ma non si va lontano dal vero ipotizzando che la si può misurare in decine di milioni di euro considerando che la galleria da scavare va da Colonno a Griante e misura 9,8 chilometri. Anas ha ricordato che il collegio consultivo tecnico si era espresso già lo scorso 17 dicembre, suggerendo i criteri per la risoluzione di alcuni punti del quesito proposto dal Consorzio Stabile Sis, mentre altri erano stati rimandati con riserva o non trattati. Lo scorso 30 gennaio Anas ha trasmesso alla società esecutrice un apposito ordine di servizio finalizzato all’immediata ripresa di tutte le attività, con particolare riferimento a quelle di scavo in avanzamento, in tutte le gallerie già iniziate, chiedendo nello stesso tempo la sottoscrizione del verbale con i nuovi prezzi. La ditta esecutrice però si è rifiutata. "Ha formalmente rappresentato la propria volontà di non riprendere le attività sino alla completa definizione di tutti i punti contenuti nel quesito - ha spiegato l’ingegner Prisco - presentando al collegio consultivo tecnico un nuovo quesito. Da parte nostra abbiamo proceduto a ingiungere alla ditta esecutrice la completa ripresa dei lavori, assegnando un termine perentorio di 30 giorni al termine del quale, in esito alle verifiche, verranno valutate le azioni conseguenti". Insomma il rischio come accadde a Como per il cantiere delle paratie è d’impantanarsi in un contenzioso che potrebbe proseguire per anni, trasformando l’opera che doveva salvare il lago dal traffico in un incubo. In attesa di trovare una soluzione a partire dal 15 marzo e fino al 15 novembre torneranno i movieri e le limitazioni alla circolazione per i mezzi pesanti. Roberto Canali