PAOLA PIOPPI
PAOLA PIOPPI
Cronaca

La guerra allo spaccio “Droga esilarante” in auto. Un terzetto in manette

Busto Arsizio, la Polstrada trova 48 bombolette di azoto per lo sballo. Avevano anche 33 panetti di hashish e una pistola scacciacani.

Il frutto del sequestro operato dagli uomini della Polizia stradale di Busto Arsizio

Il frutto del sequestro operato dagli uomini della Polizia stradale di Busto Arsizio

La paletta della Polizia stradale di Busto Arsizio si è materializzata davanti alla loro auto poco prima di mezzogiorno, quando avevano superato la barriera di Milano Nord della A8, all’altezza di Rho. Sull’auto fermata alcuni giorni fa, viaggiavano in tre: alla guida Arashjot Singh, 19 anni, con accanto Blend Rexhepi, 20 anni, entrambi residenti a Urago d’Oglio, nel Bresciano.

Sul sedile posteriore c’era Gabriele Tito, 19 anni di Treviglio. Sono stati i precedenti penali di quest’ultimo, a spingere gli agenti a fare qualche domanda in più per capire cosa stessero facendo, scatenando tra di loro le contraddizioni che hanno portato al ritrovamento di 33 panetti di hashish per un totale di 3 chili e 300 grammi, una pistola scacciacani e 48 bombolette di protossido di azoto da 666 grammi marchiate Cdl Black Cobra, chiamata “droga esilarante“, considerata un nuovo metodo di stordimento tra i giovani. Arrestati in flagranza, sono stati mandati agli arresti domiciliari dopo la convalida del Gip di Milano.

La droga, un quantitativo che non può essere considerato destinato all’uso personale, è stata trovata in auto, vicino a Rexhepi, all’interno di un capiente sacchetto della spesa. È bastato questo ritrovamento a consentire agli agenti di procedere con l’arresto in flagranza di reato e il sequestro dei loro telefoni, cinque in tutto. Impossibile pensare che anche solo uno degli occupanti non fosse al corrente di cosa ci fosse in quella borsa: di grandi dimensioni, aperta e con il contenuto visibile che sprigionava odore nell’abitacolo. Tutti e tre, fin da subito, si sono mostrati molto riluttanti al controllo, rifiutandosi di fare dichiarazioni sulla loro destinazione: Rexhepi e Tito hanno detto di essere diretti al Casinò in Svizzera, ipotesi ritenuta non credibile perché non avevano con loro i documenti di identità, per poter varcare il confine ed entrare nella casa da gioco. Ma, in generale, le loro dichiarazioni fin da subito sono apparse generiche e contradditorie. Le perquisizioni sono proseguite nel pomeriggio nelle rispettive abitazioni, delegando la polizia stradale territoriale. A casa di Rexhepi sono state trovate le bombolette di azoto, mentre da Tito, in un comodino nel garage c’era un bilancino di precisione, e in camera da letto una pistola scacciacani priva di tappo rosso. Negativa la perquisizione da Singh.