
Magni Ho letto su una rivista un po’ scientifica e un po’ agricola in quanto guarda ai prodotti dell’orto,...
Magni
Ho letto su una rivista un po’ scientifica e un po’ agricola in quanto guarda ai prodotti dell’orto, che a San Colombano e a Miradolo Terme, stanno partendo alcune iniziative tese a riproporre quello che un tempo era il molto conosciuto pisello gigante della Bassa e della collina di San Colombano. Nel mondo contadino e popolare era conosciuto come l’"erbion de San Culumban". "Erbion" in dialetto è infatti il legume che in italiano fa pisello. Adesso dai fruttivendoli, nei supermercati troviamo piselli che magari sono anche saporiti, ma sono piccoli: "Sa sentan minga in buca", commentava qualche giorno fa un amico del bar riferendosi ai piselli comperati. E’ quasi passato mezzo secolo e più da quando i piselli giganti e assai gustosi della Bassa non vengono più coltivati. Per uno di quei misteriosi motivi per i quali alcune belle cose della tradizione di botto cadono nell’oblio, quasi più nessuno adesso sa di quei legumi. Qualcuno però, probabilmente qualche esperto, o appassionato del vero "pollice verde", e di quei grandi ortaggi ai quali un tempo si dedicavano i contadini, ha conservato le sementi di quel "bel erbion". Ed è così che, come ho letto, il Distretto alimentare della Collina di San Colombano, il Comune di Miradolo Terme, gli Amici di Miradolo Terme, con la tutela di Slow Food stanno facendo ripartire la coltivazione del pisello gigante Tutta questa lettura mi ha assai intrigato perché, subito mi è tornato in mente il mio vecchio nonno contadino il quale teneva un’ "urtaia" di verdure buone, il quale verso la fine dell’inverno diceva ai nipoti: "Bisugna ‘nà al merca a cumprà i sumenz di erbion de San Culumban". Sicuramente li ho gustati questi bei legumi grandi, gradendone il sapore. Ma in quei tempi della mia giovinezza, tutto dell’orto era buono, dai pomidoro, ai peperoni, alle carote. Nel nostro bel dialetto i "erbion" erano i piselli, "salam de tèra" i ravanelli. Da dove viene "erbion"? Secondo Gianfranco Scotti arriva dal latino "ervoilla" che significa lenticchia.
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