Como - Non è iniziato bene l’anno nuovo per il lago di Como, alle prese con l’assenza ormai cronica di precipitazioni che ha contribuito a ridurne i livelli al minimo. Ieri pomeriggio in piazza Cavour le acque erano appena 2,4 centimetri sopra lo zero idrometrico, in costante calo di oltre un centimetro al giorno con il tasso di riempimento sceso sotto il 25 per cento, un dato allarmante in questo periodo dell’anno quando di solito le acque del Lario sono ben al di sopra della quota minima. L’ennesima brutta notizia che prosegue il trend disastroso cominciato a gennaio 2022, in quello che verrà ricordato come l’annus horribilis del Lario le cui acque sono quasi costantemente state sotto lo zero idrometrico e nel corso dell’estate sono addirittura precipitate a -40 centimetri, con una percentuale di riempimento inferiore allo zero per cento.
In condizioni normali la Navigazione avrebbe dovuto interrompere le corse, ma Governo e Regione decisero di concedere una deroga e il servizio si svolse, pur con estrema difficoltà, garantendo gli spostamenti di pendolari e turisti, mai così tanti, arrivati da tutto il mondo. Sei mesi dopo l’emergenza è rientrata, ma la situazione continua a essere grave anche perché con il livello del lago basso aumenta l’elenco delle manutenzioni indispensabili per garantire la tenuta delle rive, i porti e gli approdi. All’Isola Comacina ad esempio, l’unica sul lago di Como, dopo oltre un secolo è stato necessario rifare i moli perché il livello dell’acqua durante l’estate si era talmente abbassat o da non consentire più l’approdo in sicurezza.
Se il Lario ha la febbre anche gli altri laghi non godono di ottima salute, a cominciare dal Maggiore il cui livello è sceso a -15,8 centimetri sotto lo zero idrometrico e la percentuale di riempimento è precipitata al 17%. In questo caso a influire sulla portata sono anche le politiche delle dighe svizzere, che stanno acculando acqua per far fronte alle necessità dovute alla crisi energetica. È sceso al di sotto dello zero idrometrico anche il lago d’Iseo, che ieri misurava -6,7 centimetri con una percentuale di riempimento del 16,4%. Con il turismo fermo per la stagione invernale, il grande timore è che se le acque non torneranno presto a risalire ad andare in crisi potrebbe essere l’industria ittica. I pesci per la loro frega hanno bisogno di un livello minimo delle acque e soprattutto della garanzia di poterlo mantenere anche durante il periodo di incubazione. Da questo punto di vista il livello sotto o vicino al limite dei grandi bacini lombardi non promette niente di buono.