Più di due milioni di presenze e oltre 5 milioni e mezzo di pernottamenti. Sono i numeri dei turisti e del turismo in provincia di Lecco e in provincia di Como. Sono in crescita complessivamente del 20% rispetto al 2019, del 40% solo sulla sponda lecchese.
Valgono nel complesso, un miliardo e mezzo di euro. Insieme, l’area Lariana, tra Comasco e Lecchese, è quella che incide di più in termini di valore aggiunto e incidenza del sistema turistico e culturale: supera anche Milano.
Andrebbero declinati soprattutto in tedesco, americano, francese, inglese, perché la maggior parte degli arrivi sono appunto soprattutto da Germania, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e poi Svizzera soprattutto a Como e Polonia a Lecco: da soli rappresentano il 60% di quanti optano per un soggiorno soprattutto sul lago.
Il bilancio
A tracciare un bilancio sono gli operatori della Camera di Commercio di Como e Lecco. "I dati confermano la crescita di arrivi e presenze turistiche e l’allungarsi della stagione nei mesi autunnali, considerando che la maggioranza assoluta di presenze e arrivi è concentrata nei sei mesi centrali – spiega Fabio Dadati, componente di giunta della Camera di Commercio lariana -. Si riduce la permanenza media, che rimane sotto i tre giorni, più alta negli esercizi extra-alberghieri che negli hotel.
La maggioranza dei turisti è straniera e proviene da due mercati principali, Germania e Stati Uniti, seguiti a distanza da Francia, Regno Unito, Svizzera ed altri Paesi europei. Questo dato rappresenta un elemento di riflessione sull’opportunità di lavorare sulla promozione sui mercati asiatici".
Gli arrivi degli Italiani sono invece in contrazione dopo la forte crescita registrata a seguito del primo impatto del lockdown da Covid che ha impedito di espatriare. A beneficiarne più che albergatori sono soprattutto quanti gestiscono strutture extra-alberghiere, dove si concentrato il 66% dei posti letto in provincia di Como e l’80% in provincia di Lecco.
Dal 2015 i turisti negli alberghi sono aumentati del 20%, negli altri esercizi come b&b, agriturismi e case vacanza del 105%. I professionisti dell’accoglienza faticano inoltre a trovare collaboratori, indipendentemente dagli stipendi offerti.