Como – Per essere due gemelli hanno avuto un destino ben diverso tra loro il Concordia e il Patria i due giganti della navigazione sul Lario, piroscafi alimentati a vapore e mossi da ruote a pale in grado di portare 600 passeggeri, anche se quando furono costruiti negli anni ’30, quasi un secolo fa, i posti erano addirittura 900. Il Concordia dopo il rimessaggio invernale nel cantiere di Tavernola gode di ottima salute ed è tornato a solcare le acque del Lario la domenica di Pasqua lungo la rotta che da Como arriva a Menaggio. Un piacere vederlo passare non solo per i passeggeri, la maggior parte dei quali turisti che prenotano il biglietto online anche dagli Stati Uniti o l’Australia, ma anche per chi rimane sulla riva e non può fare a meno di distinguere la sua imponente sagoma mentre naviga a tutta forza, ma lentamente visto la stazza di oltre 276 tonnellate, verso il Centro Lago. Dall’hinterland Milanese è possibile raggiungere Como con il treno storico, imbarcarsi sul piroscafo Concordia per una crociera ricca di fascino e raggiungere Bellagio, fermarsi a pranzo e ripartire alla volta di Lecco, dove il treno storico riprende il suo cammino verso Milano.
Ben diverso e sicuramente più triste il destino del Patria, da anni ormeggiato di fronte a Villa Saporiti, la sede della Provincia di Como che è proprietaria dell’imbarcazione per averla salvata dalla demolizione ormai vent’anni fa. Dopo un primo restauro pagato dall’ente pubblico il piroscafo è in attesa da ormai 5 anni di una sistemazione definitiva, ma la società Lake of Como Steamship Company Snc che nel 2018 si fece avanti candidandosi al suo utilizzo, sognando di impiegarlo per tour storici sul lago e poi di trasformarlo in un hotel galleggiante a 5 stelle, sembra rassegnata a mollare il colpo.
Nonostante il progetto di utilizzo sia stato approvato dalla Soprintendenza e sul piatto ci siano anche 3,5 milioni di euro di finanziamenti da parte di Regione e Fondazione Cariplo è impossibile ristrutturare il Patria senza la disponibilità dei cantieri di Navigazione Laghi e anche per farlo tornare a navigare serve un accordo sull’utilizzo dei moli a oggi letteralmente in alto mare. Oltre a un problema di attività in concorrenza c’è anche la congestione del Lario, nell’ultimo anno a tratti drammatica per la costante carenza d’acqua che ha reso alcuni moli inutilizzabili.