Non c’è niente da fare, il lago di Como continua a esondare. Anzi da quando sono state realizzate le paratie la situazione, se possibile, è anche peggiorata. Con il vecchio assetto di piazza Cavour l’acqua iniziava a uscire sopra la soglia di 120 centimetri sopra lo zero idrometrico, adesso per andare a mollo ne bastano dieci in meno. Se ne sono accorti domenica i volontari della Protezione Civile, costretti a intervenire di corsa sulla passeggiata quando a quota 110 centimetri l’acqua del Lario ha iniziato a fuoriuscire dai tombini e finire in strada. Per riuscire a tenere aperta almeno una corsia e consentire il transito delle auto è stato necessario montare le paratie mobili, ma non le nuove e costosissime parancole che sono rimaste nei loro cassoni, inutili perché il livello del lago non ha raggiunto l’altezza della passeggiata. Una vera e propria beffa per i comaschi che dopo sedici anni e svariate decine di milioni di euro - dai 30 ai 35, comunque tre volte di più di quando preventivato all’avvio dell’opera - si attendevano risultati più concreti.
Questa volta non si può neppure dire che è colpa del cantiere ancora in corso, l’inaugurazione di Piazza Cavour infatti con tanto di presidente della Regione, Attilio Fontana, primo cittadino in carica ed ex sindaci di Como - tutti tranne Mario Lucini che per colpa delle paratie è stato condannato in primo grado e poi riabilitato in Appello e in Cassazione - si è tenuta a marzo scorso. La spiegazione che trapelata è che qualcosa non avrebbe funzionato a dovere nei collegamenti elettrici che sovraintendono al complesso sistema di valvole e pompe nascoste sotto la passeggiata.
Intanto ieri pomeriggio il livello delle sue acque è salito al 119,5 centimetri sopra lo zero idrometrico e solo l’apertura delle chiuse alla diga di Olginate ha scongiurato un’esondazione che avrebbe avuto conseguenze peggiori. Ormai da due giorni in città si circola con grande difficoltà perché il cantiere delle paratie ha regalato alla città una maxi passeggiata pedonale, ma la strada è rimasta uguale e di fronte alla piazza passano ogni giorno migliaia di auto. Il maltempo si è portato via anche la vista da cartolina. Ieri dall’Aero Club fino alla diga foranea, rimasta chiusa per motivi di sicurezza, era un’enorme distesa marrone fatta di detriti e tronchi galleggianti. Un’intera foresta finita nelle acque del lago che rende difficile la navigazione anche ai battelli che traboccano di turisti. Succede così ogni volta che piove un po’ più del solito, ma riuscire a farci l’abitudine è tutta un’altra cosa.