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Lo sci e il futuro del San Primo. L’allarme degli speleologi: "Montagna più vulnerabile"

Chiesto un confronto con la Comunità montana sul progetto. Il coordinamento di associazione ha raccolto migliaia di firme. .

Lo sci e il futuro del San Primo. L’allarme degli speleologi: "Montagna più vulnerabile"

I vecchi impianti del monte San Primo nel Triangolo lariano ormai abbandonati da tanti anni

"Se non verrà interrotto l’attuale trend di consumo dei combustibili fossili, il riscaldamento globale determinerà la scomparsa di tutti i ghiacciai alpini al di sotto dei 3 mila metri già nei prossimi decenni".

A lanciare l’allarme la speleologa Paola Tognini, del ‘Gruppo Grotte Milano’, e studiosa degli effetti del cambiamento climatico sulle grotte glaciali, ospite di un incontro promosso dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi.

La relatrice ha approfondito il tema del riscaldamento globale, che comporta il progressivo scioglimento dei ghiacciai, reso percepibile anche attraverso le esplorazioni delle grotte glaciali.

La geologa Tognini, a nome della Federazione Speleologica Lombarda, ha anche ricordato l’impatto negativo di opere come gli impianti di risalita previsti sul monte San Primo sull’ecosistema montano, in un sistema caratterizzato dalla presenza di grotte carsiche, col rischio di vulnerabilità delle acque sotterranee.

Roberto Fumagalli, in qualità di portavoce del Coordinamento formato da 35 associazioni che si oppongono all’impianto, ha spiegato che nei giorni scorsi è stato chiesto un incontro con il nuovo presidente della Comunità Montana Triangolo Lariano, Danilo Bianchi. L’obiettivo è avviare un confronto "prima che avvengano ulteriori avanzamenti nella progettazione degli interventi già definiti per l’area del Monte San Primo".

Nella lettera si è ricordata anche la raccolta firme contro il progetto, che ha già superato le 3mila adesioni.

Ro.Can.