
Uno scorcio del lungolago di Como
Como, 1 aprile 2025 – A 17 anni dalla posa della prima pietra, avvenuta nel gennaio 2008, si sono conclusi i lavori per la realizzazione del nuovo lungolago di Como comprensivo delle opere antiesondazione, inizialmente finanziate con fondi della Legge Valtellina, votata nel 1990, quattro anni dopo l'alluvione del 1986. I lavori al lungolago del capoluogo avrebbero dovuto concludersi nel 2011. Il cantiere, avviato dall’allora Giunta Bruni (centrodestra) ha avuto un iter molto travagliato, a partire dal giorno in cui fu deciso, nel febbraio del 2010, l'abbattimento del famoso "muro" che per un tratto precludeva la vista del lago. Nel 2016 la Procura della Repubblica di Como aprì un'inchiesta nei confronti di un gruppo di amministratori, funzionari e dirigenti comunali per i reati di turbativa d'asta, falso, abuso d'ufficio, abuso paesaggistico, deturpamento di bellezze naturali, corruzione. Il processo che ne seguì si è chiuso lo scorso anno in Cassazione, con assoluzioni tombali per tutti gli imputati.

La stima dei costi
Ma torniamo alla riqualificazione. Il concept dell'arredo dell'attuale lungolago è stato dedicato alla "Naturalis Historia" di Plinio il Vecchio, scienziato e filosofo romano nato a Como, e del quale lo scorso anno la città ha celebrato il bimillenario. In base alle previsioni iniziali il nuovo lungolago sarebbe dovuto costare 18 milioni di euro. Manca ancora un dato ufficiale, ma secondo l'ultima stima disponibile ne sarebbero stati spesi 38. La prima porzione di lungolago finalmente sistemata, da Sant’Agostino alla Darsena, era stata aperta nell’aprile del 2023. I comaschi e tanti turisti all’epoca avevano potuto avere un "assaggio" di come sarebbe stata la nuova passeggiata una volta completata. A rassicurare su una rapida conclusione era stato un mese fa, ai microfoni dell’emittente locale Espansione Tv, il sindaco Alessandro Rapinese, dando garanzie che “i lavori stanno ormai per finire. Ormai ci siamo”.
Gara a ostacoli
Un percorso accidentato quello delle paratie del lungolago, oltre che per la lunghezza dei lavori e i vari “incidenti di percorso” anche e soprattutto per la vicenda giudiziaria che aveva riguardato il mondo politico comasco. Il processo sugli appalti per la realizzazione delle paratie si era concluso nel febbraio 2024 con una serie di assoluzioni confermate dalla Corte di Cassazione per 14 capi d'imputazione. Il processo di primo grado a Como, dopo due anni di udienze, si era chiuso nel 2019 con condanne per complessivi 12 anni, assai meno rispetto ai 40 chiesti dalla pubblica accusa. Tra i condannati, a un anno e mezzo, anche l'ex sindaco Lucini (Pd, primo cittadino dal 2012 al 2017).

Il processo a tappe
Poi in secondo grado, la Corte d'appello di Milano aveva completamente smontato il castello accusatorio, già indebolito fortemente dai giudici di Como. A Milano i capi di imputazione erano così crollati uno dopo l'altro, assolvendo (o confermando le assoluzioni e i non doversi procedere) tutti gli altri imputati, a partire dall'ex sindaco Mario Lucini, passando per i dirigenti comunali come Antonio Ferro, Antonio Viola, per arrivare ad Antonella Petrocelli e Maria Antonietta Marciano. La Procura generale milanese aveva però impugnato il verdetto in Cassazione, e lo stesso avevano fatto anche le difese degli imputati per cui l'Appello aveva stabilito il “non doversi procedere” in seguito "all'intervenuta prescrizione” del reato. Perché la volontà era di chiudere con il riconoscimento della insussistenza del reato su tutte le contestazioni, comprese per quelle prescritte.