Due anni fa Massimo Riella, il quarantanovenne che lo scorso anno per mesi è stato l’evaso più ricercato di Italia, era ancora libero. Fino a maggio 2021, quando era stato arrestato dalla polizia provinciale con l’accusa di detenere un fucile clandestino. Era stata la premessa della sua prima spettacolare evasione, commessa nel novembre successivo saltando da una finestra del primo piano della sua abitazione. Fucile clandestino e salto nel vuoto ieri gli sono costati una condanna a 4 anni di reclusione, con rito abbreviato, che Riella ha ascoltato sfoggiando i vistosi baffi a manubrio che da qualche tempo caratterizzano il suo look.
La scoperta del fucile da caccia, privo di punzonatura, era avvenuta a causa di alcuni video postati sui social, in cui l’imputato sezionava carcasse di cervi: la polizia provinciale aveva quindi proceduto a una perquisizione nella sua abitazione, sequestrando il fucile e portandolo in carcere. Al termine dell’interrogatorio di convalida, il Gip lo aveva rimesso in libertà con la misura cautelare dell’obbligo di dimora e del divieto di uscita notturna, che lui aveva violato.
Era così arrivato un primo inasprimento della misura, gli arresti domiciliari, anche in questo caso costantemente violati. I carabinieri, a novembre, erano quindi arrivati a notificargli un secondo aggravamento della misura, il carcere. Ma quel giorno Riella, per nulla favorevole all’idea di tornare dietro le sbarre, aveva dato in escandescenze, impugnato un coltello da cucina e se lo era puntato alla gola minacciando di tagliarsi, spaccato una bottiglia di vetro per tenere a distanza i militari, e improvvisamente si era gettato dalla finestra aperta.
Le ricerche erano durante una decina di giorni, poi era stato catturato e portato al Bassone dove, qualche settimana più tardi, gli era stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare che lo accusava di aver rapinato, a ottobre 2021, due anziani coniugi. Tra venti giorni si aprirà il processo per questa rapina, ma nel frattempo le accuse a suo carico si sono moltiplicate: a gennaio 2022 si era arrampicato sul tetto del carcere Bassone, scendendo solo dopo una trattativa di ore, per poi arrivare al 12 marzo, quando era riuscito a scappare durante la visita alla tomba della madre, al cimitero di Brenzio, microscopica frazione in alto lago, catturato a luglio in Montenegro. Ora per lui stano arrivando i processi, uno dopo l’altro.