PAOLA PIOPPI
Cronaca

Nella chat di classe c’era ogni tipo di orrore: a Menaggio denunciati sei ragazzini tra i 14 e i 16 anni

Il gruppo era nato per scambiarsi informazioni sui compiti. Poi il cambio di rotta: sberleffi sull’Olocausto, foto di bimbi che subivano atti sessuali, fake news sui professori immortalati a loro insaputa. Dopo la sospensione, l’indagine alla Procura dei Minori

Nella chat c'erano una ventina di ragazzini, ma la maggioranza non ha appoggiato il degrado delle conversazioni

Menaggio (Como) – Nella chat di classe c’erano tutti, una ventina di ragazzini di prima superiore di un istituto di Menaggio, che a settembre si sono trovati sugli stessi banchi, con la necessità di condividere informazioni su compiti e le lezioni. Ma ben presto, quel gruppo di WhatsApp è stato strumentalizzato da sei di loro, che hanno iniziato a inondarlo di immagini cariche di ogni genere di bassezza, con l’unico scopo di sbeffeggiare chiunque e fare ironia anche sulla sofferenza: bambini che subivano atti sessuali, scene dell’Olocausto utilizzate per ridere delle vittime, inneggiamenti al fascismo e al nazismo.

Giorno dopo giorno, in quella chat sono finite anche tante foto scattate ai professori a loro insaputa, utilizzate per prenderli in giro o diffamarli, attribuendo loro condotte false, anche relative ai loro comportamenti con gli studenti. Dopo mesi, i contenuti di quella chat, ribattezzata col nome della scuola e un insulto, sono finiti nelle mani dei professori, e poi dei carabinieri, che ora hanno denunciato alla Procura dei Minori gli animatori più attivi: cinque ragazze e un ragazzo di età compresa tra i 14 e i 16 anni.

I reati ipotizzati nei loro confronti sono diffamazione aggravata, interferenza illecita nella vita privata, pornografia minorile, apologia del fascismo. Ogni imputazione deriva dai contenuti della chat, che andavano dall’attribuzione di condotte offensive e svilenti agli insegnanti o a personale della scuola, all’invasività di quelle foto scattate a insaputa delle persone, e poi diffuse per farne un uso mirato e stravolto, fino alla divulgazione di foto rimediate chissà dove, forse a loro volta acquisite da altre chat. In alcune erano ritratti bambini di pochi anni in atteggiamenti pedopornogafici, in altre immagini di violenza e grande drammaticità dell’Olocausto, su cui i ragazzini facevano ironia e battute. Infine l’elogio del nazifascismo, argomento immancabile per cercare di farsi grandi, far ridere i compagni, divertirsi tra di loro.

Ma quel gruppo in cui erano presenti anche tutti gli altri compagni, buona parte dei quali non si sono mai fatti coinvolgere in queste provocazioni ed esibizionismi, ora viene penalmente considerato come una divulgazione pubblica dei suoi contenuti. Quando i professori erano venuti a conoscenza della chat e del suo contenuto, verso la fine dell’anno scolastico, così pesante da andare ben al di là di quello che può essere tollerato da un gruppo di ragazzini, era stato convocato un consiglio di classe straordinario, e alcuni ragazzi erano stati sospesi. Ma l’aspetto disciplinare era solo l’inizio: i carabinieri di Menaggio, facendo scorrere i contenuti di mesi, hanno iniziato a compilare un lungo elenco di reati, inviato alla Procura dei Minori, essendo tutti i ragazzi di età superiore ai quattordici anni.